251 siano chiaramente spiegati. La mia coscienza rael dice ; spero che la coscienza dell’Assemblea confermerà la testimonianza della mia . . . . ( Morimmo in sensi diversi. ) Al banco de’ ministri: La coscienza del paese! 11 ministro: Rischiarato questo primo punto, or vengo al secondo. Qui non sarebbe involta, nè la mia malleveria, nè Quella del governo; ma quella d’un agente. Lo ripeto, io non conosco governo grave ed onorevole, il quale non copra appieno i suoi agenti, il quale permetta eh' e’ siano assaliti senza far loro usbergo della sua malleveria sino all'esame de’ fatti. Or chiamate voi esame de' fatti, chiamate voi informazioni compite, i brani di lettere, che furon portati a questa bigoncia ? Quali son tali fnlti? Ho detto all’Assemblea, l’ha detto il presidente del Consiglio, io 1‘ ho ripetuto nel mio Ufficio e nella Commissione, che noi avevamo altri ragguagli fuor quelli contenuti in un dispaccio telegrafico, che la Commissione ha or fra le mani. Ne risulta che noi sapevamo essere il signor generale Oudinot uscito da Civitavecchia con 5,600 uomini. Ora, se il sig. generale Oudinot avesse voluto prendere d’assalto la città di Roma, ed abbattere la repubblica romana, avrebb’egli condotto seco una truppa composta di 5,G00 uomini, non aspettando la seconda parte della spedizione, non domandando rinforzi ? Il sig. 0. Barrot, ministro della giustìzia: Ei non aveva artiglieria. Il ministro degli affari esterni: Non aveva artiglieria; non aveva nulla di ciò, che costituisce i mezzi d’assalto contro una città, che si vuol prendere a viva forza. Ne conchiudo che il generale Oudinot è partito senz’avere l'intenzione di prendere Roma d’assalto. 11 sig. Grevij : Leggete la sua lettera. Il ministro: Signor Grevy, potrete rispondermi or ora alla bigoncia ; ma vi prego di non ni’ interrompere. Il generale Oudinot, non essendo partito da Civitavecchia col corredo da guerra, ch’è necessario al compimento d'un’impresa, qual è quella che gli si attribuisce, io ne traggo questa conseguenza, ch'egli mosse per Roma con la convinzione, bene o male fondata, esamineremo questo in progresso, con la convinzione che le porte di Roma gli sarebbero aperte. Su quali fatti, su quali indizii era fondato tale supposto ? Il generale Oudinot, avviandosi verso Civitavecchia, si era fatto precedere da un bastimento, il qual doveva portare al governatore un ufficiale incaricato d’una lettera, che gli annunziava l’accostarsi della squadra francese, >« termini lodevolissimi senza dubbio, poich’ ella meritò l’approvazione bell’onorevole sig. Giulio Favre. Che accadde in quel momento? H governatore mosse difficoltà; dichiarò che aveva bisogno di ricevere ordini da Roma. Il generale Oudinot, conformandosi alle sue istruzioni, al voto Bell’Assemblea, disse : Entrerò a Civitavecchia; ma non fu obbligato di dirlo a lungo, poiché, mentre il governatore moveva difficoltà ed opponeva i suoi scrupoli, la popolazione tutta quanta domandava l’ingresso de’Francesi; il Consiglio municipale, la Camera di commercio, la guardia nazionale, questi tre corpi, che certo rappresentano la popolazione l,|Ua quanta, chiedevano il libero ingresso de’nostri soldati. Tulle codeste