466 PROGETTO D* UNA BATTERIA GALLEGGIANTE. Questa batteria porterebbe delle caronade da 36 libbre, e, volendo, anche dei cannoni da 8 o da 42. Essa è composta dell’unione di due peate. Sopra di queste vien formato un piano, contornato da un bastingaggio, o riparo per la fucilata. Su questo piano vengono disposte le artiglierie. Quand’anco non ci fosse il forte di Marghera, queste batterie, poste ai punti militari, difenderebbero la laguna dall’avanzamento dell’inimico, e sosterrebbero il fuoco delle barche armate e delle piroghe che si trovassero sotto la sua protezione. Inoltre queste batterie immergerebbero molto meno dei brich, delle cannoniere e delle penich, e potrebbero esser poste in quei siti dove detti bastimenti non possono collocarsi per cagione della loro maggiore immersione. Batterie eguali sono state formate nei blocchi di Venezia, prima che fosse costruito il forte di Marghera, e più particolarmente nel 1796. G. N. 3 Maggio. POLITICA AUSTRIACA IN ITALIA. Il Lloydj foglio ministeriale di Vienna, pubblica il seguente : Sotto il titolo di Questione italiana iie troviamo un articolo che spiega quale sia la sorte riserbata al popolo lombardo-veneto dalla ferrea tenacità del sistema ministeriale austriaco. L’ Austria immaginò di crearsi nel Lombardo-Veneto una classe di abitanti riconoscente ed affezionata, comprandola colle spoglie dei pro-prietarii. L’Austria proclama senza ambagi questo suo metodo di governo, che vuole opporre come argine alle nuove esigenze, fatta accorta dell insufficienza della sola forza brutale. Ecco in qual modo espone il Lloijd questo pensiero: » Non dubitiamo che gli uomini di stato austriaci, nella riforma delle nostre provincie italiane, rivolgeranno la loro attenzione anche ai rapporti relativi agli stabili. Quantunque gl’italiani, in faccia a noi barbari, si vantassero della libera proprietà del loro suolo, pure non ¡sfuggirà all’acume del ministero che il possesso fondiario è ira loro concentrato in mani proporzionatamente poco numerose, e che i veri coltivatori della terra si trovano nella condizione più dipendente e più trista. Il ricco possidente italiano è ancor superiore di molto al nostro antico possidente di signoria. Questi aveva già da secoli rilasciata la massima parte dei suoi fondi dominicali verso lavoro e imposte; quello li fa lavorare pei' mezzo dì una specie di fittaiuoli temporarii, a cui è imposto il lavoro totale, e che, nel caso più favorevole, ottengono la metà del raccolto. Il colono italiano non ha ancor raggiunto il grado del contadino tedesco