239 della decisione, presa dalla maggioranza dell'Assemblea nel suo illuminato jialriottismo, e in seguito a profonda discussione. Voi diceste al governo: min v'ha che una cosa a fare: appressarsi al teatro di un infallibile av-senimento, e far che la questione italiana, invece di una soluzione assolutala ed austriaca, ne riceva una liberale. (Adesione.) Ora, le istruzioni date furono esse contrarie a tal pensiero della nostra politica, a tale dichiarazione, da noi fatta in questa bigoncia? Oh! se le istruzioni date furono contrarie ; se io avessi avuto la disgrazia di mancare alla fede pubblica, a quanto ha di più santo al mondo, ad un impegno assunto dall’alto di questa bigoncia; ohi il dichiaro io stesso, mi sarei reso colpevole del primo delitto politico , che possa esser commesso in una nazione libera. ( Benissimo ! ) Avrei ingannato i rappresentanti del mio paese; e, sulla fede d’una menzogna, avrei traviato e posto in compromesso la sua politica, contro le intenzioni apertamente annunziate a questa bigoncia. Ma quando si accusa un governo d’un tale delitto, quando gli si getta in faccia una simile imputazione, quando si ricordano più i proprii odii che i sentimenti di convenienza e di pudore politico .... (A destra: Ilenissimo ! benissimo! ) Il sig. Giulio Favre : Questa si chiama moderazione ! Il presidente del Consiglio: .... si aspetta prima d’appassionar una discussione, in congiunture che voi dite scabrose, che hanno la loro dif-lìcoltà, e che, per ciò stesso, in nome del vostro patriottismo, impongono un certo riserbo. (Benissimo!) Or bene! voi prima d’ogni verificazione, cominciate col gettare simili accuse, col farne risonare questa bigoncia per espanderle da lontano, ed in Francia ed in tutto il mondo. Spero che quando avrete veduto le istruzioni, quando le avrete raffrontale alle parole, da me qui dette, proverete qualche rammarico d’avere arrischiata Vaccusa che avete latta. ( /lenissimo ! ) Il sig. Giulio Favre: Il mio rammarico è d’aver dato il volo per la spedizione ! Il presidente del Consiglio : E ciò che avrebbe dovuto avvertirvi ed imporvi qualche riserbo, è quel bando, di cui avete parlato con elogio; *' il primo alto del generale comandante della spedizione, nel mettere piede sul suolo italiano; è quel passo che avete lodato, ed in cui si dice che i Francesi giungono quali fratelli, senz’avere nessun interesse territoriale in Italia, non vi potendo esser condotti se non dall’amore della libertà . . . ( Risa ironiche a sinistra. ) Il sig. Gloxin: Come a Madrid nel 4823! Il presidente del Consiglio : Or bene! quel bando, che meritò ¡vostri clogii, di cui vi siete pur fatti al bisogno un titolo contro il gabinetto stesso, quando avrete scoperto eh’esso è l’opera del ministero degli affari esterni, il quale, in un atto così importante, ch’era il primo dopo le istruzioni date e doveva contenere il pensiero medesimo della spedizione .... ( Interruzione a sinistra. ) Questo primo punto, che potrei chiamare altresì un punto d’onore deciso, non con una sentenza diffiniliva, io non vi chieggo di sentenziare,