previsto, l'uso della forza era autorizzato. Dunque, era stalo riconosciuto questo principio : che non tenevate per inviolabile il territorio romano; che non avevate bisogno, per porre il piede a Civitavecchia, dell’au-torizzazione del governo di Roma; che, quand’anche quest’autorizzazioni' non si avesse, quand’anche si facesse opposizione, la sforzereste. (Lungo movimento.) Una voce : A Civitavecchia ! ( Agitazione. ) Il ministro: So che questa conseguenza non è nell’opinione di tulli; che sono in quest’Assemblea persone, le quali non diedero il loro assenso a tal disposizione; ma so che la maggioranza F ha accettata, stanziata. ( No! no! ) Il sig. Miliardi : Voi avete ingannata la maggioranza. Un altro rappresentante: Avete detto che gli Austriaci erano entrati. Il ministro : Prego coloro, che ni’ interrompono, ad intendersi con l'onorevole generale diLamoricière, il quale diceva alla bigoncia, alcune ore fa, che tal contingenza era stata prevista, che bisognava entrare per forza, occorrendo, in Civitavecchia. Onde, le negazioni che mi si rivolgono, si rivolgono all’onorevole generale di Lamoricière, alla maggioranza della Commissione, alla maggioranza dell’Assemblea. (Oibò! oibò!) Signor presidente, vi prego d'ottenere silenzio dall’Assemblea; mi è impossibile parlare in tali condizioni; e discenderò dalla bigoncia, proli stando contro la violeuza che mi vien fatta. Il presidente: Invito l’Assemblea a far silenzio. 11 ministro: Prego il signor presidente di prender nota di questo: eh’ io non mi sono schernito da nessun assalto, da nessun’ accusa ; che cedo solamente ad una violenza materiale, poiché queste interpellazioni sono una violenza materiale. ( Esclamazioni a sinistra. ) A destra: Sì, sì! Il presidente : Tutti i membri dell’Assemblea debbono comprendere che, quando un ministro è in bigoncia per rispondere ad un’accusa sì -vave, come quella che su lui pesa . . . Al banco de' ministri : No, no; nessun’accusa pesa su lui. Il ministro: Non intendo che pesi su me la menoma accusa; non l’accetto: ritratto la mia espressione. Dico dunque che, prima di tutto, io rimuovo quest’obbiezione, che chiamerò di principio: « Voi non potevate porre il piede sul territorio romano, senza esservi prima intesi col governo regolare. » Rispingo quest obbiezione in due maniere; la prima, dicendo che quel governo non c'a per noi un governo regolare. Questa dichiarazione vi scandalezza; ma eli’ avrebbe dovuto scandalezzarvi da tre mesi, poiché da tre mesi fio detto più volte la medesima cosa. Un rappresentante: Ella ci scandalezza ogni dì. II ministro : Dico inoltre che questa obbiezione è una puerilità ; e ()ico una puerilità per non valermi d’un vocabolo più severo. In effetto comprendete voi codesto singoiar modo di chiedere al governo romano la permissione d’afferrare a Civitavecchia, mandandogli in guisa di dispacco 8 in dO,000 uomini ? Evidentemente, quando mandavate 10,000 uomini a Civitavecchia