«222 levi dallato quell’aggiuntivo di Apostolico, die troppo dissuona colle bar-barie che adoperate. Ma ho io (orse enumerata fin qui tutta la nequizia della sfrenila soldatesca vostra? 0 non piuttosto mi limitai a ciò solo ^Che offende sformatamente l’umanità, e mi tacqui del più e del meglio; mi tacqui della santissima Religione nostra. Diteci, Ferdinando, fate solo la guerra a noi per ricondurci nel servaggio onde siamo di tresco usciti, o fate con noi insieme la guerra a Dio perchè vi sembri averci tolti a proteggere? Fate anche certo la guerra a Dio; perocché veggiamo la feroce soldatesca vostra mettersi ne’templi, rubare i sacri vasi; le cose più auguste gittare; gli arredi stracciare; le immagini sante degli altari deporrc e distruggere; la casa di Dio condurre a condizione peggio che di taverna e di stalla. Se questa non è guerra che in cuor vostro fate a Dio stesso, ond’ò die uomo trovi argomento da sdebitarvi e l’opposto persuaderci? E puzzo di una empietà che troppo ammorba, ed anche a’ciechi fa antivedere qualità di termine a cui la giustizia divina sta per condurre l'imperio vostro. Vi adulano forse e v’ingannano i consiglieri vostri? Badate che certo uno ne avete di sincero e veridico, a quello porgete orecchio. La pia vostra consorte 11011 v’ingannò giammai, nè v’inganna. La specchiata religione ond’è abbellita quell’anima non può che avervi sempre consigliali sentimenti di moderazione, di giustizia, di pace. E siamo certi che ov’ella risapesse a pieno le barbarie che qui si commettono, lo strazio vituperoso che qui si fa delle cose più auguste e reverende, ella ne proverebbe il più sentilo e il più vivo cordoglio. Dispiace a’tristi, il sappiamo, ch’ella vi frughi pel bene, e qualche temperamento in sulle prime venutone, fu dai carnefici voslri consigliatori scritto, con ridevole scherno, a colpa della pietà di femmine. Ma badate bene che quella consigliera assidua vi fu messa a lato da Dio, il quale sapeva anticipatamente arduo termine a cui verrebbe il vostro potere, di essere, cioè, o spielato e sanguinario; o pio ed umano; onde vi metteva a’fianchi una scorta che vi guidasse, la quale sprezzata, coni’è, 11011 riesce clic a maggiore vostra condanna. Erano per uscire de’torchi queste pagine allorché ci veniva letto, conie questa laudala reina, messo a udienza monsignor Monchini; inviato pontificio, gli dicesse con franche parolel’imperiale suo sposo non avere data causa alla guerra, che si combatteva in Italia: essere per lui guerra di difesa (1). Non vogliamo qui scemata per questo la fiducia che in essa poniamo, propendendo anzi a crederla sopraffatta da ingannevoli viste, dalle quali però adesso non possiamo dubitare non tolta: imperocché non eli’ egli non desse causa alla guerra, troppo dal detto apparisce averueli, questi infelici popoli, tirati a forza; da che fecero ogni possa ed ogni via tentarono per evitarla. Che sia poi guerra a difesa noi neghiamo; ma è un diritto che il re difende, o non piuttosto una usurpazione? Badi a questo l’esimia reina, c si tolga d’inganno, perocché l’umanità e la religione reclamano non sia loro dinegato uno sguardo. Fu levalo un grido di maledizione a Buonaparte, che di suo capo ordinasse il dispogliameiilo di ogni preziosità nei templi, e fu giusla- (*) Vcgg. la Gazzetta di Venezia, ì\ luglio >>. 175, pag. 885.