1(>2 Regio comando della divisione di Alessandria. Vengo dal governo informato che vani riuscirono i suoi tentativi onde esimersi dall’esecuzione dell’art. o dell’armistizio, e che tremila Austriaci verranno oggi a presidiare, in comune con tremila dei nostri, la città e cittadella. Invito gli abitanti a mantenersi in una decorosa tranquillità. — Alessandria 24 aprile 4849. Il comandante generale la divisione, SONNAZ. Il giorno 45, Alessandro La Marmora pubblicava che la cittadella di Alessandria non fu e non verrà rimessa nelle mani straniere. La Gazzetta ufficiale riportava quel proclama. Ieri un altro La Marmora, che ritornava a Genova da Torino, dicesi che abbia narrato che bensì gli Austriaci volevano venire in questa cittadella, ma che gli ambasciatori inglese e francese erano immediatamente partiti per opporvisi, facendone un casus belli! Pinelli ha dichiarato alla Camera che anche il ministero non poteva aderire all’occupazione di questa cittadella, e così sarebbesi ritirato, ogni qual volta gli fosse stato impossibile di modificare in tal parte, l’armistizio. De-Sonnaz ha qui dal balcone assicurata la popolazione che non avrebbe mai ricevuti gli Austriaci in cittadella, senza un ordine costituzionale, alludendo al voto contrario emesso dalla Camera. E dopo ciò tutto, eccoli qua gloriosi e trionfanti della loro vittoria ! Povero Piemonte ! Ti era riserbata ancor quest’ ignominia ? Perchè non si rispose piuttosto, come già disse Pareto: Venite e prendetevela, ma non sarà mai che l’accettiate da noi per volontà propria? Stando mesi e mesi all’intorno di questa cittadella, vi avrebbero gli Austriaci perduti gli occhi sopra a forza di guardarla, ma per entrarvi ci voleva ben altro che la loro armata, che i loro piccoli cannoni, Tutta la nostra guarnigione, che superava i tremila uomini, è partita immediatamente alle ore 2 pomeridiane, e così partirono due battaglioni di riserva, tutto il corpo dei zappatori e del Genio, due compagnie di artiglieria e tutta la Provianda, Al reggimento d’Aosta tocca la prima vergogna; fremono i generosi e maledicono in cuore chi li ha trascinati a tanta abbiezione; ma quell’ira generosa frutterà a suo tempo alla comune nostra patria. Domani abbiamo le nostre elezioni comunali; così saranno fatte sotto la benefica influenza austriaca. Ore 5 poinerid. — Sono giunti or ora gli stranieri. Nove compagnie del reggimento Rukavina si sono acquartierate in città ed altre tre in cittadella, col restante della guarnigione composta di granatieri. L’artiglieria si è pure fermata in cittadella coi suoi 6 cannoni. Infine i 400 ulani sono entrati in città. Noi siamo colpiti come dal fulmine; ci guardiamo in viso stupidi e non troviamo con che consolarci. Gli Austriaci entrarono come vittoriosi; ma la popolazione li ha ricevuti col più dignitose silenzio. La guardia nazionale in uniforme si mostra più del so-lil», serbando il più dignitoso contegno. I codini ridono in cuore, ni a giuro a Dio che un dì renderanno conto della loro gioia presente. I tiepidi poi, che finora, quando si trattava di fare un passo, di dire una