491 ,[iiero e si confusero nei ranghi de’ combattenti — la forza prepotente di un esercito che la campana a stormo avea dato alla fuga — i gesuiti, cadavere galvanizzato d’una setta che, perduto genio , appoggio di credenza e tesori, affogherebbe sotto il disprezzo se gli uomini d’oggi sapessero disprezzare. E molte di queste cagioni e più altre sono vere ; ma tutte secondarie, occasionali, insufficienti a generare la rovina d’uu popolo insorto. Superiore a tutte e sorgente prima di tutte, sta questa una che molti hanno in cuore e nessuno s’attenta dir chiaramente : che le ¡Suzioni non si rigenerano colla menzogna ; che un popolo schiavo da secoli di poteri guasti, corruttori per indole e necessità, ligi dello straniero, avversi a tutte sublimi credenze, sospettosi d’ogni sviluppo d’intelletto libero, incerti del presente e tremanti dell’avvenire, non sorge a ¡Nazione, se non rovesciando quei poteri-fantasmi, traendo dall' ime viscere il segreto della propria vita, levandosi nell’orgoglio delle sue tradizioni e nella potenza d’una grande Idea, e dichiarando non voler riconoscere che un solo padrone nel Cielo, Dio padre ed educatore, una sola norma d’attività sulla terra; la Verità eli’è l’ombra di Dio. III. Voi avete, o Italiani, tradito quest’unica norma e sagrificato — poco monta se a tempo o per sempre — la vostra coscienza a una illusione di forza. Ogni linea della vostra storia v’additava, da quando cessaste di reggervi a popolo , una colpa o una imbecillità di regnanti ; ogni sillaba de’vostri Grandi v’insegnava, santificata dal martirio, una fede che fa interprete il Popolo del pensiero di Dio; ogni esperimento vostro ed altrui negli ultimi sessanta anni v’era documento splendido j irrecusabile, che ogni libertà d’individuo o nazione si conquista per virtù propria, non per artifìcio di diplomazia e concessioni di principi ; e nondimeno, non sì tosto il terrore della rivelata vostra potenza ebbe condotto i vostri padroni a balbettare pochi accenti di libertà menzognere e d’ipocrite leghe, voi cancellaste, miseramente affascinati dalla speranza di menomarvi i pericoli della via, ricordi storici, ispirazioni di Grandi, giuramenti e riverenza a chi pativa o moriva per voi: piegaste il ginocchio davanti a tutti i poteri, e diceste: non da Dio, ma da voi. E non eravate credenti. Il vostro labbro accattava a lodarli pompa di frasi nei retori delle età corrotte; la vostra mano scriveva oltraggi e condanna a quei tra vostri concittadini che serbavano intatta la santità del loro proposito e la dignità severa del nome Italiano ; e nell’anima vostra vigilavano il disprezzo e la diffidenza degli uomini salutali rigeneratori ; e mormoravate sommessamente — ma non tanto eh’ essi , quegli nomini , non v’ udissero — poi che ci saremo giovali d'essi e dei loro battaglioni e della loro influenza, noi li infrangeremo, come gl’israeliti facevano dei loro idoli : essi hanno infranto voi, e meritamente. Cosi, rimpicciolita, ringrettila la divina Verità per entro le vie tortuose di quella che oggi chiamano politica e non è che parodia di politica , ideaste di cogliere il più alto premio che Dio conceda ad un popolo, l’Unità nazionale, senza meritarlo colla dignità dcH'anìmo, colla rettitudine del pcu-