310 GIUDICATA DA’ PROPRIl ATTI NELLA CAUSA DELLA INDIPENDENZA D’ ITALIA. (Vedi pagina 282.) ASSEMBLEA NAZIONALE DI FRANCIA Sessione dell’i d maggio 4849. 1NTERPELLAZIONI SULLE COSE D’ITALIA. Il sig. Ledru Rollin i Cittadini, da ieri la questione italiana ha preso proporzioni nuove». Un documento, eh* io sommetto al vostro stupore, potrei quasi dire allo sdegno vostro, vi proverà quale stretto legame congiunga il contegno tenuto a Roma ed il contegno tenuto da alcuni giorni in Francia. (Udite! udite!) Ci vedrete un disegno latto, un sistema tutto intero di controrivoluzione. Si medita di spegnere la repubblica, cosi fuori che dentro. (Viva approvazione a sinistra.) Ricordo rapidamente i fatti : Allorché avete stanziato l’assegnamento, io il diceva tre giorni fa, voi avete voluto un esercito che sostenesse l’influsso francese nella penisola italiana, nel caso d’ un intervento probabile di Napoli e dell'Austria ; volevate che si stesse in osservazione; volevate che non si entrasse in Roma, se non quando di là ne venisse l’invito, o quando un intervento napoletano od austriaco minacciasse il governo romano. Il ripeto, ciò fu detto da me or fa tre giorni ; è provato che la maggioranza di cjuest’Assemblea non ha voluto altra cosa, e non V ha voluta altrimenti. (A sinistra: Sì, sì! Benissimo!) Che avvenne di poi ? Entrato appena a Civitavecchia, il generale supremo ha creduto di dover muovere sopra Roma; c’era egli stato chiamato? È adesso dimostralo il contrario. Voi avete invano tentato di dire che due triumviri avevano chiamato le armi francesi; oggi, lo stesso dispaccio del vostro generale dimostra che i triumviri sono rimasti perfettamente uniti con tutta quanta la popolazione, e ch’ei non chiamarono l’esercito di spedizione; per lo contrario, e’non consentirono a lasciarlo entrare se non come un esercito di fratelli, ed alla sola condizione che non intervenisse negli affari romani, che non abbattesse il governo costituito. Sotto le mura di Roma, che cosa avvenne? Non islà a me discutere la questione strategica; si pretende che il nostro generale sia stato imprudente, imperito; si biasimi ! son qua uomini competenti: quest’è ufficio loro. Il sicuro è che, adonta del nostro volere, il generale supremo aveva, con leggerezza, con temerità, spinto il suo tserrilo fin sotto le mura di Roma. Dirò io della sorte colà riserbala a’nostri soldati? Si pretende che non si siano ricevute notizie; io credo esser bene informato, dicendo che ieri ne giunsero al ministero. Ma infine, se m'ingannassi, potrei provare