419 s:ia fortezza dei »osili fratelli, onora pur noi, o Signori, capaci di sen-i motivi di si stupende cose e stimare quella fama che fu cercata r la vìm di (pianto è deguo di lama; e ci onora ancor più se inten-jiimo incominciando da quest’anno, e cosi nei successivi stabilire per . ■nijii-e un giorno come lo ebbe ogui popolo civile della antichità, con* . rato a particolari ceremonie e suifragii a prò’di tutti i martiri italiani ■he patirono per 33 anni, e spezialmente dal 22 Marzo iu poi, nello jinto e nel corpo i tormenti dell’austriaca oppressione, affinchè la pa-; iri per mezzo di una solennità annua eminentemente nazionale ritragga in i' grandezza dall’altare delle memorie e della fede. Clic se in ogni tempo i generosi ebbero culto ed affetto, e gli croi Hla patria noverali nella schiera degli iddii, fur creduli in Roma abiure la via lattea cosparsa di stelle, si che il popolo innamorato volgen-) tdi occhi al firmamento ne invidiava lo splendore e la gloria; se jiik’n le spiaggie dei mari e fra le gole delle loro sacro montagne pa--'i ai greci veder l’ombre magnanime dei padri; con quali cure ame-mo noi i nostri cari defunti, noi ai quali la credenza nel Cristo ha latralo conte tulli gl’iuiziameuti alle più ardue cose si ottengauo colle .rove, come il sagrifizio si sollevi a sublime dignità, e come risplenda tutta la maestà di sua luce la nazione cristiana di un perfezionamento i finito ? Uh! noi profondamente commossi o pieni la mente e il petto di ittia carità, non tributeremo che pianto e prece e lode a tutti i martiri Italia. E piauto e prece e lode più che iu altro luogo in questa liber i na, in queslo fra i tuoi sacri recinti il più memorando, o Venezia, ■ fervono d’immortai vita le arche dei famosi luoi avi, ove serbi l’urna tuo Rragadino che lasciò strapparsi dall’Ottomano viva la pelle, ma n con essa il sentimento di libertà; dove giacciono Tossa di qael Lo-laiio che provò al mondo che possa la forza morale d’un popolo con* ■ » I' Europa collegata ad opprimerlo, e dove il genio del martirio spira ■ tutta la sua forza e sublimità in quella tela del tuo Tiziano (1): si, 1 in uno di questi tuoi templi i soli degni di te, giacché gli schiavi possono che ammonticchiare come i giganti rocche sopra rocche, ' i non mai concepire l’idea di queste tue moli, opera soltanto di quelli tic sentono nel cuore Dio e la patria ! I. 1 popoli d'Italia per la prima volta convengono insieme e il fiore Ha gioventù muove tutto alle armi. Dall’antica capitale del mondo, ■ 'Ile terre di Balilla, di Procida, di Masaniello e di Dante, a mille a 'He corrono i generosi sul suolo della austriaca oppressione, ove coi -li di Dandolo e coi discendenti dei Lombardi e dei Veneti congiurati ‘ l'ontida ripetono il grido della libertà e indipendenza d'Italia. f rattanto un commuoversi, un fremere, un affraltellarsi ineffabili I "io i giorni delle forti speranze, dei battili generosi, delle anelate bat- < > ) \ l tempio d«i tanti Gio. e Paola li troia il *. Pielro mirtira di Titi-ino.