13 imprecazioni, piombano da oijni parte contro i ministri. Pinelli è costretto d’interrompersi e scendere. Quel momento fu supremo, e la proteata fu solenne. ) Ristabilita la calma poco a poco. Pinelli risale alla tribuna, c continua: Quest’occupazione non avrà alcuna influenza sull’amministrazione civile e giudiziaria della divisione di Novara. Tre mila Austriaci potranno fare la metà della guarnigione della città e cittadella di Alessandria, e l’altra essere composta di truppe di S. M. sarda. Gli Austriaci avranno libera comunicazione tra Alessandria e Lomel-lina per Valenza. Sarà nominata una Commissione militare mista per regolare il mantenimento delle truppe austriache. Saranno evacuati dalle truppe sarde i ducati di Modena, Piacenza e Toscana, cioè tutti i territorii che prima della guerra non appartenevano al Piemonte. 4. L’entrala della metà della guarnigione austriaca nella cittadella di Alessandria, non potendo aver luogo che fra tre o quattro giorni, sarà guarentita dal governo sardo. 5. La flotta sarda lascierà l’Adriatico con tutti i vapori fra il termine di 15 giorni, rientrando nei suoi porti, ed i Piemontesi che fossero in Venezia avranno ordine di rientrare negli antichi stati nello stesso termine. 6. Il re Vittorio Emanuele promette di conchiudere una pace pronta e durevole e di ridurre l’armata sul piede antico di pace. 7. Il re di Sardegna riguarda come inviolabili tutte le precedenti pattuite condizioni. 8. Si spediranno plenipotenziarii reciproci in una città qualunque, che sarà determinata, per conchiudere la pace definitiva. 9. La pace sarà fatta indipendentemente dalla stipulazione di quest’ armistizio. 10. Quando non si venisse a conchiudere la pace, la denunciazione dell’armistizio sarà sempre fatta 10 giorni prima della ripresa delle ostilità. 11. Saranno restituiti reciprocamente e prontamente tutti i prigionieri di guerra. 12. Tutti gli Austriaci, che già avessero passata la Sesia, saranno tenuti a restituirsi entro i limiti sopralissali. Segnati Chrzanovvky e Radetzky. (Voci fragorose alle tribune; infamia a questo armistizio! abbasso il ministero!) Terminata la lettura del documento, il ministro prosegue: Per quanto gravi ed umilianti sieno le condizioni proposte, noi non possiamo giudicare se prima non ci sono comunicate e non abbiamo conoscenza delle circostanze che le dettarono, e che indussero S. M. il re ad accettarle. Non arriviamo ( dice qui la Gazzetta di Genova ) a poter descrivere l’immenso sentimento d’orrore, con cui fu accolta simile lettura. Da quel puuto i ministri furono sopra un banco di tormento indici-