301 !l (bugilo. ASSEDIO E DIFESA DI MARGHERA. Conviene die noi riserviamo alla storia cosi di parlare del piano generale ili difesa della nostra citta e dei molli torti, che, o insulari, o uniti al continente, le lamio corona, come di valutare l’importanza di conservare e difendere il Corte di Marghera, per impossessarsi del quale In posto Finimico nella necessità di adoperare mezzi straordinarii di guerra. 1 nostri latti militari si legano troppo alle opportunità politiche, c le vicissitudini della guerra italiana diedero $ì vario assegnamento di scopi alle forze nostre di terra e di mare, che a dirne convenientemente decorre maturità di esame, conoscenza piena di tutti gli atti governativi, e scrupolosa analisi di lutti quei documenti, che non possono venir affiliati die allo storico. Alcuni latti bensi importa di rilevare anche in questo momento, e sono: che ad espugnare il Corte di Marghera, e le nuove opere, che per viemmeglio presidiarlo vennero erette da ultimo, dovette PÀustriaco lungamente tenersi occupalo nei trasporli delie molte e grosse artiglierie e nei lavori di assedio; che le 150 bocche da Cuoco, che si resero indispensabili a quesl’oggetto, se furono bastanti a rendere quel forte uà mucchio di macerie e di polvere, non bastarono però a far piegare la nostra guarnigione, che coti intrepidezza eroica oppose sino all’ ultimo ponto quella resistenza, che sa opporre il soldato che si gloria di morire per la causa santissima della redenzione della patria; e thè quindi le anni italiane ebbero a Marghera il maggior lustro, che possano ricevere dal valore e dal coraggio militare: finalmente, che la ritirata, imposta alle truppe la notte del 26 maggio dagli ordini governativi, subita a malincuore da una guarnigione, che volea seppellirsi sollo alle ruine di quel Corte si operava con tutta l’arle di disciplina militare, ad onta alle difficoltà somme che presentava, e si riuscì ad ingannare per tal modo I inimico, che, mentre alla mezzanotte la ritirata compievasi, egli alle cinque del mattino si occupava ancora in tulla buona Cede a bombardare il Corte, già deserto. Quanto prima noi daremo l’elenco dei morti e feriti nella sublime difesa; c, ben accertali che sieno, verremo toccando di alcuni Catti di straordinario eroismo, non per trarne argomento di parziali elogi, ma perchè si conosca da ciò qual tempera avesse assunto Panimo de’no-stri prodi difensori, quali pericoli abbiano affrontali, e quale gara di atti nobili e generosi ne gl’incitasse. Per quanto interessi al nemico di offuscare la gloria dell’armi italiane con Calsi rapporti, questa volta noi potrebbe Care senza proprio disdoro. Un ragguaglio dato da un corrispondente austriaco alla Gazzetta •li Vienna, inserito nel suo Supplimento del 4.* giugno, e riprodotto dal Costituzionale, di Trieste, è del seguente tenore: