57 «esse un uomo, egli avrebbe combattuto; del resto, se volevano gente, che rendesse la città, ne troverebbero a dovizia senza ricorrere a lui; intanto egli si dimetteva, perchè era uno di coloro, che non sono generali che per andare innanzi, e non per ritirarsi. Jeri alle ore o s’imbarcò; una numerosa folla d’uomini del popolo — di coloro, che avevano combattuto — accompagnava il generale, baciandogli la mano con lagrime, e salutandolo con lunghi evviva. Sacri e solenni evviva, perchè fatti ad un uomo, che partiva deserto da tutti. Sul ponte reale il generale disse addio a quei prodi: le ultime sue parole furono: non disperate mai della causa della libertà e dell’indipendenza; la sventura può opprimerci per un momento; ma noi ne risorgeremo più forti. Non sapremo chiudere questo mesto racconto senza ringraziare, come Italiani, il comandante della fregata a vapore di guerra americana: egli protesse sotto la bandiera repubblicana quanti fuggivano le regie persecuzioni; e partì col suo stesso bastimento per trasportare il generale Avezzana, e i suoi ufficiali (*). Non vi fu cortesia, che questi non ricevessero a bordo del bastimento americano. Genovesi ! La città è riconsegnata all’antico governo. — Voi sapete che ciò non dipese da me. Genova insorse, un momento, e quel momento resta . documento di ciò, che possa il popolo, quando vuole davvero; l’insurrezione ridusse un numeroso presidio, fòrte d’organizzazione e di posizioni, a capitolare; respinse e tenne un’intera armata alle porte, e anche oggi questa non entra che per trattato col vostro Municipio. Forse Genova poteva più; forse la sua perseveranza avrebbe potuto pesare decisamente sulla bilancia dei desiini d’Italia. Ad ogni modo la nazione vi è riconoscente della solenne protesta contro le vergogne governative dell’infàusta guerra; d’un’ora d’eroismo per la viltà, di cui pur troppo il vostro governo sparse la fronte dell’Italia in faccia all’Europa. Genovesi! La storia ricorderà lungamente le vostre barricate. Dio renda efficace e fecondo l’esempio! In quanto a me, ringrazio quelli, che si sono battuti al mio fianco, e spero verrà tempo, in cui tutti possano mostrarsi tali. Intanto m’è sufficiente ricompensa la memoria, che io porto meco, delle ore di gloria, la coscienza pura del resto, e la speranza che molti fra voi mi ricorderanno con amore, certi di trovar sempre in me un uomo parato a morire sotto alla bandiera della libertà, dell’ Italia. Il generale GIUSEPPE AVEZZANA. O Tutti questi individui sono diretti per Civitavecchia e Roma, sul vapore da Guerra americano 1’ rflleghany.