90 Nel 4792, la nazione non era nazione. Due popoli erano nel medesimo suolo. Una lotta terribile si prolungava ancora Ira le classi spossessate de’ loro privilegi!, e le classi che avevano conquistato l’eguaglianza e la libertà. Le classi spossessate si univano con la monarchia prigioniera e con lo straniero geloso, per negare la sua rivoluzione alla Francia e per imporle di nuovo la monarchia, l’arjstocrazia e la teocrazia, per mezzo dell’invasione. Oggidì, non ha più classi distinte ed ineguali. La libertà ha francato ogni cosa. L’eguaglianza dinanzi la legge ha tutto livellato. La fratellanza, di cui promulghiamo l’applicazione, e di cui l’Asseinblea nazionale dee organizzare i benefizii, sta per unir tutto. Non ha nessun cittadino in Francia, a qualunque opinione appartenga, che non si colleghi al principio della patria anzi tutto, e non la renda, con questa colleganza medesima, inespuguabile a’tentativi ed alle inquietudini d’invasione. Nel 4792, non era entrato in possesso del suo governo il popolo tutto intero; la classe mezzana soltanto voleva esercitare la libertà e godere di essa. Il trionfo della classe mezzana allora era egoista, come il trionfo d’ogni oligarchia. Ella voleva tenere per sè sola i diritti conquistali da tutti. Le conveniva per ciò operare una dìversion forte all’esaltazione del popolo, avventandolo ne’campi di battaglia, per impedirgli d’entrare nel suo proprio governo. Tal diversione era la guerra. La guerra fu il pensiero dei monarchici e dei Girondini; non quello dei democratici più avanzati, i quali volevano, come noi, il regno sincero, puro e regolare del popolo stesso, comprendendo in questo nome tulle le classi, senza esclusione e preferenza, di cui componesi la nazione. Nel 1792, il popolo non era se non lo strumento della rivoluzione, non n’era lo scopo. Oggidì la rivoluzione si è fatta da lui c per lui. Egli è la rivoluzione medesima. Entrandovi, ei vi porta i suoi bisogni nuovi di lavoro, d’industria, d’istruzione, d’agricoltura, di commercio, di moralità, di prosperità, d’avere, di vita a buon mercato, di navigazione, di civiltà in somma, che sono tutti bisogni di pace ! 11 popolo c la pace sono una stessa parola ! Nel 4792, le idee della Francia e dell’Europa non erano preparale a comprendere ed accettare la grande armonia delle nazioni fra esse, per benefizio del genere umano. Il pensiero del secolo, che finiva, non era se non nella testa d’alcuni filosofi. Oggidì la filosofia è popolare. Cinquantanni di libertà di pensare, di parlare e di scrivere, produssero il loro frutto. I libri, i giornali, le bigonce operarono l’apostolato dell’intelligenza europea. La nazione raggiante da per tutto, di sopra alle frontiere dei popoli, creò nelle menti quella grande nazionalità intellettuale, che sarà il compimento della rivoluzione francese, e la costituzione della fratellanza internazionale sul globo. Infine, nel 4792, la libertà era una novità, l’eguaglianza uno scandalo, la Repubblica un problema. 11 titolo dei popoli, appena scoperto da Fénélon, Montesquieu, Rousseau, era talmente obblialo, sotterrato, profanato, dalle antiche tradizioni feudali, dinastiche, sacerdotali, che l’intervento più legittimo del popolo nelle sue proprie cose pareva una mostruosità agli uomini di stato dell’antica scuola. La democrazia faceva