298 Che se vedi esular dal Campidoglio L’Augusto Padre, se per lato rio 11 Rege ¡mola alla sua patria il soglio , ¡So, non temere : — Carlo Alberto e Pio Furo ministri — ma chi disse, io voglio Fuori d’ italia lo straniero » è Iddio. DEMETRO MIRCOVICH. ai 29 Maggio. AI MILITI ED AL POPOLO Prodi che combatteste in Marghera, se Venezia ha salvo l’onor del suo nome, lo riconosce debito a voi; e ve ne ringrazia con ammirazione e con tenerezza. Io dal silenzio non inoperoso della mia stanza, ove 1’ amore della Patria mi tien come prigione per togliere ogni pretesto a discordie mortali, io in nome di tutte le anime generose, vi benedico. Nelle vostre mani è la sorte di Venezia , e Torse d’Italia. Conservatevi unanimi e fermi ! Una nuova vita incomincia quest’ oggi, un nuovo modo di resistenza, che sarà certamente invincibile, se volete. Quanto più da presso vi stringe il nemico, tanto più grande vi attende la gloria. Quella valorosa e ardente milizia marittima, a cui dobbiamo tanto, vi ajuterà fortemente ; vi farà sgombro il mare. La Civica, ricordandosi il marzo del quarantotto, quand’ella aveva il nemico in città e ne lo espulse, rinnoverà que’ di gloriosi. Popolo di Venezia, si tratta non solo della libertà e dell’onore, ma della salvezza si tratta. Pensate a quel che farebbe l’Austriaco di voi. Non credete ai rumori de’ vili , che vi consigliano infamia e ruina. Correte a distruggere il ponte, correte ai lavori dove PAutorità, dove l’amore de’vostri tetti e delle vostre famiglie vi chiama. Se voi volete, Venezia non può essere bombardata. Disfare quel lavoro è tanto onorevole e sacra cosa, quanto combattere in campo. Bisogna resistere, per non perire sprezzati e maledetti dal mondo ; resistere ad ogni costo. Credete eh’ io non vi consiglierei un inutile sacrificio , io che darei questo poco che mi resta della luce degli occhi , e la vita, per questa cara città, perchè rimanga in alto pura di macchia la bandiera di s. Marco, eh’è bandiera d'Italia, bandiera di fede e di libertà. TOMMASEO.