221 passare quell’Alpi, donde malauguratamente calaste. In ciò lare noi non a\r\amo altro esempio a seguire che quel medesimo dimestico esempio die voi ci deste. Quando fu che il padre vostro fermò il disegno di riscattarsi dalla soggezione di tributario in che avealo condotto la sovcr-cliinnte potenza e l’ardito e vasto ingegno di Napoleone? Quando Dio mettendo line a’suoi rapaci conquisti, gli mandò contro i geli dell’aquilone, riducendo a un cimiterio di cadaveri il più agguerrito degli eserciti die vedesse giammai Europa. Questa punizione celeste snervava e indeboliva sformatamente quel colosso; sicché, com’ebbe restaurate il meglio possibile le sue forze, raccolti i suoi alleati, fra’quali il padre vostro, si riconduceva infiacchito così sulle sponde dell’Elba a tentare l’estreme sorli dell’armi, che dovevano decidere la fortuna dell’imperio. Napoleone, per vastità di mente, era il guerriero di prima, ma fatto debole e fiacco e perciò non come dianzi temuto. Che cosa dunque deliberò il padre > ostro ? Deliberò di rivoltare contro di lui que’cannoni e que’militi, che la lede di alleato e il giuramento di re gli comandavano di guardare fedeli a riuscimento delle imprese, e a difesa della corona del genero, fra alto di fellonia; bisognava darla per mezzo alla santità de’vincoli e de'trattati: ma quale imponenza di colpa rattiene l’indomita sete di signoria e di dominio? La coscienza tace; Napoleone muore in esilio. La.lezione adunque per noi seguila uscì dalla soglia vostra dimestica. Ma con che disorbilanza però di sterminato divario ! Nessun patto, nessuna alleanza, nessun trattato; non dedizione, non giuramenti o panatela a voi ci legavano. Ci aveste per accordo de’complici in prezzo di quel delitto; da che non vi ha ragione di stalo che cangi di essenza le cose, e il delitto sta nella qualità dell’azione, ondechè venga. La fede e una per tutti; e più gelosa ai monarchi, che di necessità la tramandano alla storia, perchè torni in ¡specchio o in obbrobrio a’ futuri. Niente di somigliante per noi che fuggimmo dalle vostre mani come lo schiavo si fogge dagli artigli del pirato, che il rubò alla consorte, ai figliuoli. Ditemi se io esagero, o non guardo piuttosto il rigido tenore di storico? Dunque in noi non è colpa perchè venduti senza nostro consentimento; perchè alla larghezza delle concessioni del -1815 non vi abbiamo sforzato colle armi onde, se non giustificare, possiate adesso allegare scusa all’inganno; perchè, fallendoci le promesse, ne abbiamo legalmente chiesto l’adempimento rivolgendoci a’magistrati; perchè fellonescamente ributtandoci, abbiamo seguito con carità più che figliale avvisandovi che eravamo in termine o di essere alleviati da voi, o di volere per noi medesimi rilevarci; e perchè in ultimo nessun Codice scrive a colpa lo scacciare il ladro di casa. Siamo adunque innocenti, e voi ci mandale sopra una guerra^ che diserta le nostre terre; che incendia le nostre case; che ruba i nostri averi; che vitupera le nostre consorti, le vergini; che scanna i vecchi, che infilza i pargoli. Che barbarica guerra è colesta portata da voi, che profanamente vi appellale la Maestà apostolica? Maestà apostolica! che suona la Religione del Golgota; la quale comanda una carità, specchio di quella che condusse un Dio a morire morte di croce per amore degli uomini. 0 rivedetevi e riscattate questa nazione, richiamando dopo le Alpi le numerose orde che inviaste a disertarci^ o toglie-