353 olirsi, che aveva incominciala con vigoria da più pezzi, ed a nascondersi avvilito dietro le sue traverse e spalliere. Nel mentre che noi non abbiamo a deplorare alcuna perdita, erano visibili questa mattina sul ponte di S. Giuliano frequenti trasporli di feriti nemici. Ognuna di queste spedizioni offre nuova occasione di distinguersi alla valente nostra Marina, ed essa ne approfitta con entusiasmo; ed anelli- nell' angusto campo, che le sta ora aperto, si mostra degua di portare sul tricolore vessillo queir insegna per la quale resero i suoi padri tenuità e rispettata Venezia nei lidi i più remoti. Il noslruomo Antonio Recordini, già nominato con lode altre volte, merita anche oggi particolare encomio per la rara intrepidezza e sagacia cmi cui comandò la piroga la Falente nell‘occasione descritta. Quest’oggi ancora, la batteria a mezzo Ponte vide il suo totale compimento. Due altri giorni ci bastano per allestire S. Secondo ed ogni altro punto dell’attuale nostra linea, nella quale attendiamo con fiducia gli eventi, certi di respingere pentito il nemico da qualunque attacco osasse intraprendere, Il generale comandante G. ULLOA. Il capo dello stalo maggiore L. Seismit Doda. PUBBLICATO PER IINCARICO DEL GOVERNO PROVVISORIO Il seijr. generale JACOPO ZENNARI. 7 Giugno. GOMMI PitOVVlSORlO III WEZU. BlILLETTINO DELLA GUERRA. COMAKDO DEL TERZO CIRCONDARIO AL COMANDO IN CAPO DELLE TRUPPE. Chioggìaj 6 giugno -1849. Da jeri lino a questa mattina all’alba, la flotta nemica rimaneva ancorala a quattro miglia dalla nostra costa. Quest’oggi u giorno levò la fregata le vele, e, rimorchiala da due vapori, prese la direzione di Ovante; gli altri legni tutti fecero lo stesso, e si diressero a dritta e sinistra, mentre i vapori presero il largo verso Caorle. Ora che scrivo, non rimane a questa parte che una sola corvetta con un solo brick. Si jeri che oggi, il forte di Brondolo, come pure Tielli della linea del Brenta, slanciarono qualche colpo di cannone con-lavori nemici, ed in ¡specialità, il primo contro alcune opere situate T. vii. 23