534 estirpate tante perverse dottrine, conoscano tutti una volta che la vera e stabile felicità si fonda nell’esercizio delia virtù, della giustizia e della religione. Pertanto, e da noi, e da voi, e dagli altri venerabili fratelli vescovi di tutto l’orbe cattolico si deve con ogni cura, con tutta diligenza e sforzo, principalmente procurare che i fedeli, allontanati dai velenosi pascoli, e condotti ai salutevoli, nutriti sempre più di giorno in giorno colle parole della fede, possano conoscere ed evitare le fraudi e gl’inganni degl’insidiatori, e, convinti pienamente che il timore di Dio e la fonte di tutti i beni, e che i peccali e le iniquità provocano la punizione dui Signore, cerchino a tutta forza di deviare dal male ed eser-' citare il bene. Perciò, in mezzo a tante angustie, siamo compresi di non lieve conforto nel vedere con quanta fermezza e costanza di animo i venerabili fratelli vescovi dell’orbe cattolico, stabilmente congiunti a noi ed alla cattedra di Pietro, insieme all’ossequioso clero, si sforzino di difendere valorosamente la Chiesa e tutelarne la libertà, e con ogni sacerdotale zelo e sollecitudine diano tutta l’opera a confermare sempre più i buoni nella probità, a ridurre gli erranti nel retto sentiero di giustizia, ed a riprendere e combattere, tanto cogli scritti che colla voce, gli ostinati nemici della religione. E mentre poi godiamo di tributare queste lodi, dovute e meritate, agli stessi venerabili fratelli, facciamo loro animo perchè, fidali nel divino aiuto, continuino ad adempiere con maggiore alacrità di zelo il loro ministero , e combattere le guerre del Signore, ed innalzare la voce con sapienza e fortezza per evangelizzare Gerusalemme e risanare le piaghe d’lsraello. E conforme a ciò, non cessino di presentarsi con fidanza al trono della grazia, ed insistere con preci pubbliche e privale, ed inculcare costantemente ai fedeli che tutti dovunque facciano penitenza, onde conseguire da Dio misericordia , e trovare grazia nell’opportuno aiuto. Nè ommettano poi di esortare quei personaggi, che più sono distinti per ingegno e per sana dottrina, affinchè essi ancora, sotto la guida loro e dell’apostolica sede, procaccino di rischiarare le menti dei popoli, e diradare le tenebre dei serpeggianti errori. E qui pure noi scongiuriamo nel Signore i nostri carissimi figliuoli in Cristo, principi e moderatori dei popoli; e instantemente lor domandiamo che, seriamente e diligentemente considerando quali e quanti danni ridondino nella civile società dalla piena di tanti errori e di tanti vizii, vogliano attendere con premura, con zelo e con ogni senno, a far principalmente dominare dovunque la virtù, la giustizia, la religione, ed a procurarne di giorno in giorno il maggior lustro ed incremento. Tutti i popoli poi, tutte le genti e nazioni, e i loro governanti, pensino e meditino con diligenza ed assiduità che tulli i beni consistono nell’esercizio della giustizia e che lutti i mali sono ingenerati dalla iniquità. Imperocché la giustizia ( Prov. cap. XIF, vers. 34) innalza le nazioni, mentre i peccati rendono miserabili i popoli. Ma, prima che noi facciamo fine al dire, 11011 ei possiamo traltenere dall’attestare pubblicamente la gratitudine dell’animo nostro a tutti quei carissimi ed amantissimi figli, i quali, grandemente commossi alle nostre calamità, con singolare affetto verso di noi ci vollero rimettere le loro