cesi abbiano preso parie dopo le nostre granili guerre. ( Rumori a sinistra. ) Se abbiamo fatto alcune gravi perdite, abbiamo cagionato al nemico un danno numericamente più considerevole.
     « Fui vigorosamente secondato dagli ufficiali generali Regnatili di Sainl-Jean-d’Angély, Levaillant e Mollière, come pure dai capi di servizio dell’artiglieria e del genio, dal tenente colonnello Larcher e dal comandante Goury. Ufficiali, sottufficiali e soldati hanno fatto ammirabilmente il loro dovere.
     « Avrò l’onore di darvi- particolarmente i nomi di coloro che si sono più specialmente distinti.
     « Aggradite, ecc.
    Un rappresentante: E neppur una parola intorno i soldati! (Rimostranze al banco de' ministri. )
    11 ministro della guerra: Non ho a dire se non una parola.
    Al banco de'ministri: Non rispondete!
    11 sig. Emilio Péan: Perchè non rispondere? Noi meritiamo forse? Avete troppo disprezzo per TAssemblea.
     Il ministro della guerra: Non si parla solamente degli ufficiali, ma ancora dei sottufficiali e soldati.
    il sig. Francesco Bouvel: Neppur una parola d’umanità! (Rimostranze a destra. )
    11 ministro della guerra: Si è letta a questa bigoncia una lettera, la qual dice che un colonnello ed un bandieraio sono stati portali via a quel corpo d’esercito. No; questa novella è falsa, eli’è calunniosa. (Benissimo! benissimo!) Ella mente all’esercito. Ma i nostri soldati non si lasciarono portar via il loro colonnello e la loro bandiera; nessuna bandiera non è in man del nemico; elle son tutte in mano de’reggimenti, che militano ora in Italia.
     La discussione è differita al domani.
« 11 generale Oddinot di Reggio. »
                                              (Sarà continuato.)
20	Maggio.
IL VENTI MAGGIO
a ¡D&sr&BibB atÀsr&sr
ODE
In un’aurora tiepida,
Già, fin d’allor dei popoli Il Difensor divino Serbava Te a far splendido Il Veneto destino;
Genio prescelto a nascere Nella stagion felice,
     Simile a tal fiorita, Pura spiravi placida Prim’aura tu di vita;
    Di forza produttrice.
    In cui natura è tumida
E ormai Irascorso il termine Del decilustre pianto, Ginger dovea l’Adriaca Donna il rapilo manto,