429 :n eredità, conlaminarono il tuo tempio, e lo cangiarono in uua cu-!ia da granaglie e da (rutta, t cadaveri dei luoi fedeli sono gettali ¡insto agli uccelli, le enrui de’ tuoi santi abbandonate alle bestie i terra, e dopo che il loro sangue corse siccome acqua non vi fu ino clic desse loro sepoltura. E lino a quando serberai l’ira con noi? mimo peccatori., è vero, ma ora noi siamo miserabili! ... Oh! per-i ti. percuoti le genti che hanno manomesso il tuo popolo e la tua a. e aiutaci a gloria del tuo nome, o Dio Salvatore, affinché non siavi (ra gli stranieri chi dica: il Dio loro dov’è? . . . Ma già pel mio orecchio trapassò come il vento lo spirilo del Si-.mi e, e mi coui'orlò che da Venezia, come dall’ antica Gerusalemme, ii sola di tante città di Giuda rimasta libera e incontaminata dall’ As-'iro, ci verrà la salute! Anche qui come là da magnanimi sacerdoti, i intrepidi soldati e dal popolo è serbata l'arca dell’alleanza, ed è Mantenuto l’altare del fuoco sacro. Per la quid cosa come Isaia a Ge-nisalemme, cosi noi tutti, rivolgiamo a te, o Venezia, le parole del Dio li.li eserciti: « I tuoi nemici non porranno il piede in questa città, n \i getteranno una saetta, non la occuperà il soldato coperto di ilio; nè si alzerà terra allo intorno di lei; ina per la strada che vennero. ritorneranno . . . Quando il superbo Assiro infuriava contro di me, ■l'cese alle mie orecchie la sua arroganza; per questo metterò un freno ■iIle sue narici, ed uno strettoio alle sue labbra, e anch’egli lo rimeuerò ni per quella strada per la quale scn venne ... Di qua, di qua usci-rumo gli avanzi dei prodi di Giuda, e da questo santo loco usciranno i salvati! . . . Poiché Venezia, donna celeste, che nacque da sè, e vive immortalmente da sè, in mezzo allo squallore delle cose che la circondi, è sempre eguale a se stessa, pensaudo anche in questi gravi momenti a farsi centro di una nuova potenza coll’istituire solenni Esequie anniversarie a lutti i martiri della libertà e indipendenza d’Italia, aiiin- ■ liò il popolo nell’alto che adempie ad uno dei più santi doveri di religione, abbia pure un continuo e forte alimento nazionale dall’ altare 'ielle memorie e della fede. 221 £& A 23» Sulla porta maggiore. A TATTI I MARTIRI DELLA LIBERTA’ E I>DIPE\DF.\ZA ITALIANA IL POPOLO OVESTE SOLENNI ESEQVIE PERPETVAHENTE RINNOVABILI. (Carlo Leoni.)