il 7 d'9Italia> io non credo uscire del riserbo che in simile congiuntura m’è imposto .... (Interruzione a sinistra.) Non credo uscire di tal riserbo, rispondendo, che non andremo in Italia per imporre un governo agl’italiani, non il governo della repubblica più che un altro governo. Un rappresentatile a sinistra: E molto meno ancora la ristorazione; alla buon’ora! (Agitazione.) Il cittadino ministro: Se noi avessimo ad andare in Italia per mettere le forze della Francia a’servigii d’un governo determinato, supponiamo, per salvar la repubblica romana da sè stessa, non avrebbe allora dovuto prevaler la politica, ch’è scritta nel voto dell’Assemblea, ma sì quella ch’era consigliata in questa bigoncia medesima dal sig. Ledru-Rolliu. Bisognava andare più francamente, più direttamente allo scopo; bisognava riconoscere gl’inviali di quella repubblica; bisognava stringere una solidarietà fra’ destini di quella repubblica e noi. A sinistra: Sì, sì! Certamente! Il cittadino ministro: Mi ricorda, in fatti, ch’era stato proposto alcun che di simile in un’emenda, che fu ritirata dagli stessi suoi autori, e che non ebbe l’onore d’un voto. Il cittadino Baune: E la risoluzione del 24 maggio, non sussiste ella più? Il cittadino ministro: Che se qualche rammarico, a questo riguardo, sorge nell’Assemblea, un’Assemblea non è mai irrevocabilmente legata da’proprii voli; è ancor tempo: ma, quanto a noi, lo dichiariamo schiettissimamente, non vi ha ad essere nessun equivoco a questo proposito: noi non useremo le forze della Francia per salvare la repubblica romana dalla peripezia fatale, da cui eli’ è minacciata .. . , Il cittadino Bartliélemy (del Faro)-. Per parte dell’Austria; e voi andate ad aiutarla a fare una ristorazione! (Interruzione.) Il cittadino ministro: Se c’è in quest’ Assemblea molti membri, i quali conservino illusioni su questo punto, ed i quali pensino che la repubblica di Roma possa mantenersi con le sue forze, in mezzo agli avvenimenti che sono successi, codesti hanno ragione di confidar nell’avvenire e d’abbandonare, astenendosi, quella repubblica a sè medesima. Ma codeste illusioni debbono essere abbandonate, giacché la cosa più funesta in politica sono le illusioni; e se, nelle risoluzioni gravi, com’è quella che prendiamo, conviene soprattutto badare alla realtà, egli è ragionevolmente impossibile d’assegnare un altro scopo all’intervenzione della Francia, nella condizion data, fuorché questo scopo doppio d’impedire, nel momento d’una instante peripezia, che tale instante peripezia produca uno scioglimento, il quale polli un’offesa, forse irreparabile, all’iuilusso legittimo della Francia in Italia. (Interruzioni a sinistra.) Il cittadino Maillard: Se l’Austria vuol intervenire, vi opporrete voi? Il cittadino ministro: Lo ripeto, e credeva d’essere stato compreso. (Esclamazioni ironiche all’estrema sinistra.) Vorrei tuttavolta ben determinare .... Alcune voci all'estrema sinistra: Sì, sì! determinate. Foci diverse a destra: Benissimo! Si è compreso perfettamente. Il cittadino ministro: Io vorrei che coloro, i quali m’iuterrompono,