352 AVVISO PATRIARCALE. Ringraziar Dio dei benefizii, che ci ha fatti, pregarlo che voglia continuare ad accordarcene ancora, e procurare di rendercene degni con quei sentimenti di fede, e di carità, che dalla sola Religioue possono esserci inspirati, ecco i nostri doveri. Il Popolo veneziano intimamente compreso di questa verità ha già prevenuti a questo proposito i nostri voti, dimandando quasi per improvviso ed unanime istinto della sua sempre viva pietà, che fosse aperta alla pubblica venerazione la santa Immagine della nostra gran Madre, ed Avvocata MARIA, per far volare più sicuramente le sue preci al trono di Dio per le mani di si pietosa e potente Mediatrice; ed il suo altare fu circondato in un subito da una folla di umili e fervorosi supplicanti. Il Patriarca ne fu profondamente commosso, e dimani poco dopo le ore 10 si trasferirà egli stesso in mezzo i suoi ligli per celebrarvi il divin Sacrifizio, e per unire le sue alle comuni preghiere, affine d’implorare sulla Patria, e su Chi la governa, e combatte per essa, e su tutta la santa Chiesa cattolica quella pienezza di celesti benedizioni, che a tutti augura, e comparte colla più sincera e veramente paterna affezione. Venezia, 28 ottobre 1848. * J. CARD. MONICO PATRIARCA. D. Gio. Batt. Giiega Cancelliere Patr. 7 Gingilo. GOVERNO PROVVISORIO DI VENEZIA BULLETTINO DELLA GUERRA. Ispettorato dei, primo Circondario di difesa AL COMANDO IN CAPO DELLE TRUPPE. Strada ferrata7 giugno 1849. Anche nell’ ultima notte venne ripetuta la spedizione delle nostre piroghe contro le posizioni nemiche, con esito più ancora del solito soddisfacente. Un vivo cannoneggiamento durava, ad onta dell’ imperversare del tempo, buona parte della notte, ed allarmava ripetutamente In linea dell’avversario, il quale tentava invano, con fuoco di moschetleria e dei pezzi, che già tiene in posizione, di far indietreggiare di un palmo i nostri bastimenti. E quando sull’albeggiare le ricevute istruzioni ingiungevano all’ ardita squadriglia di riprendere il suo posto nella solila linea di difesa, la piroga la Valente, spintasi da sola innanzi a mezzo tiro di fucile dalla barricata del nemico, fra gli archi del Ponte, lo assalì per più di un’ ora con tale vivissimo fuoco, da obbligarlo a desistere dalla