o30 ricevere liberamente le lettere, che trattano di affari ecclesiastici c spirituali ? Chi non sa che la citta di Roma, principili sede della cattolica Chiesa, al presente, ahi dolore! è addivenuta selva di bestie frementi, ridondando di uomini di tutte le nazioni, i quali, o apostati, o eretici,, 0 ,maestri di comuniSmo o socialismo, e animali da grave odio contro la cattolica verità, colla voce, cogli scritti e con ogni altra maniera fanno tulli gli sforzi per insegnare, disseminare pestiferi errori di ogni fatta, e gli animi e le menti pervertire per depravare, se pur fosse possibile, nella stessa Roma la santità della cattolica religione, e la regola non mutabile della fede? A chi non è noto e manifesto nello stato poiiliiicio trovarsi i beni della Chiesa, i suoi redditi, e i suoi possedimenti, con temerario e sacrilego ardire occupati, esser privali i templi più augusti dei loro ornamenti, i conventi dei religiosi ridotti ad usi profani, travagliate le vergini consacrate a Dio, ragguardevolissimi ed integerrimi ecclesiastici e religiosi crudelmente perseguitali, stretti in catene ed uccisi, chiarissimi vescovi, insigniti pure della dignità cardinalizia, crudelmente staccati dalle loro greggi e in carcere strascinati? E tali e si gravi delitti contro la Chiesa, contro i suoi diritli e la sua libertà commeltonsi tanto nei paesi dello stato pontificio, quanto in altri luoghi, dove quegli uomini,, od altri a loro simili, padroueggiano; mentre appunto essi stessi proclamano dovunque la libertà e fingono desiderarla, all’effetto, dicon essi, che il supremo potere del sommo Pontefice, sciolto da qualsiasi legame, goda di pienissima libertà. A ninno è ascoso in quale tristissima e deplorabile condizione si trovino i carissimi nostri sudditi, per opera dei medesimi uomini, che si grandi scelleratezze commettono contro la Chiesa; conciossiachè sia esausto e dissipato il pubblico erario, il commercio interrotto e quasi estinto, gravi somme di danaro imposte agli ottimati e agli altri cittadini, i beni dei privati dilapidati da quei medesimi , che si chiamano leggitori dei popoli, e capi di sfrenale coorli, tolta la libertà di tutti 1 buoni e ridotla a grandissimo pericolo la loro tranquillità , la vita stessa soggetta allo stilo del sicario, ed altri grandissimi e gravissimi mali e danni, da cui continuamente e sì gravemente souo afflitti e spaventali i cittadini. E sono questi i principii di quella prosperità, che i detrattori del sommo pontificato annunziano e promettono ai popoli del governo pontificio ! In mezzo dunque al grave ed incredibile dolore, da cui, per tante calamità della Chiesa e dei popoli del nostro stato pontificio, siamo intimamente afflitti, ben conoscendo essere dovere del nostro ministero di sforzarci, per quanto è in noi, oude allontanare le stesse .calamità, già fin dal giorno 4 dicembre del prossimo passato anno non lasciammo d’implorare è istantemente domandare il soccorso e l’aiuto di tutti ì principi e nazioni. Nè possiamo restarci dal mettervi a parte, o venerabili fratelli, della singolare consolazione, che abbiamo esperimenlato, al vedere come i medesimi principi e popoli, quelli eziandio i quali non sono a noi congiunti per vincolo di unità cattolica, si sieno studiali di farci conoscere e di attestarci apertissimamente le amorevoli loro disposizioni verso di noi. La qual cosa, per vero dire, se per l’uua parte alleggerisce d’assai