94 veduto il regno di Napoli entrare dì per dì, in pieno, nell’elemento democratico; avete veduto Roma, che la pia parola di Pio IX aveva già scossa più che un anno fa, giugnere sino alla pienezza della sua libertà e toccare al limite della repubblica ; avete veduto la Toscana tratta nel medesimo movimento ; Parma, Piacenza, Modena, tutti i ducati rispingere i loro antichi governi assoluti, costituirsi in governi temporarii e tendere la mano all’ unità italiana. Inline, avete veduto di mano in mano a Torino , prima la dichiarazione costituzionale , poi, per 1’ impulso naturale delia libertà, la qual vuole l’indipendenza ad essere perfetta , avete veduto Carlo Alberto indotto dal genio del suo popolo a dichiarare la guerra all’ Austria, ed a compiere la liberazione quasi piena del regno lombardo-veneto. L’Italia, in questo momento, è quasi affatto liberata. Che le abbiamo noi detto ? e rispondo qui alle parole del cittadino Sarrans , sì lusinghiere e sì onorevoli del resto per la nostra politica. Abbiamo noi posto un sigillo sulle nostre labbra ? abbiam noi nascosto i nostri sentimenti all’Europa riguardo all’Italia, rinnegato in nulla i nostri principii di libertà, od i nostri desiderii , o la nostra volontà d’indipendenza per essa ? No ; sapete quel che abbiam detto ? il rispetto delle nazionalità, i nostri principii, il dirilto ed in pari tempo la volontà dei popoli c’ impediranno d’ andar a fare noi stessi la libertà degli altri popoli. Per la loro gloria, per 1’ onor loro e per la solidità stessa delle loro istituzioni, uopo è che que’ popoli le comperino e suggellino col lòr proprio sangue. Ma se que’ popoli fossero troppo deboli nei loro diritti legittimi, in quel diritto di risorgimento della nazionalità italiana , eh’ è del pari legittimo, come attestano una serie di secoli e tutte le pagine della storia; se la loro indipendenza, se il loro dirilto fossero assaliti, la Francia è pronta, è alle falde delle Alpi, eli’ è armata, e vi dichiara apertamente, a voi suoi amici, a voi suoi nemici, che al vostro primo segnai« ella varcherà le Alpi, e verrà a porgervi questa volta la sua mano liberatrice. Come in un altro tempo, ch’ella deplora, ma di cui abbiamo avuto il coraggio e la gloria di pentirci, eli’aveva tentato d’incatenarvi alla sua gloria ; la Francia oggi vi tende la mano , ma per incatenarvi alla libertà. ( Applausi. ) Ecco la verità. Se ne dubitaste, come m’inducono a pensare alcune parole del cittadino d’Aragon. . . . Il sig. D’Aragon : Io non ho detto questo. Il sig. Lamartine : Allora altri lo ha detto, perchè 1’ ho udito. Or bene ! per coloro che ne dubitano, mi sia permesso provare, con la lettura d’alcuni estratti di lettere, che non abbiamo nascosto sotto parole timidi atti. Vedrete se abbiamo sempre avuto il volere fermo d’intervenire alla prima chiamata. Per ciò appunto adunammo fino dal primo giorno verso le Alpi uu corpo di 30,000 uomini, che poteva essere aumentato fino a CO,000 ; e se la chiamata si fosse fatta udire sulle Alpi , non avremmo aspettato il vostro consenso, avremmo inviate le truppe francesi in soccorso della indipendenza italiana, certi di farci incontro a’ vostri voti, e d’obbedire anticipatamente alla generosità dei sentimenti vostri. (Vivi applausi.)