497 italiano fremente di dover cacciar nel fango a’piedi dell’Austria le memorie di venti battaglie, preparato, noi, uomini del partito nazionale nelle nostre vendile e sotto leggi di morte, la protesta solenue del 1820 e 21, che prima rivelò all’Europa il voto italiano e avrebbe più latto se inframmettendovi nelle nostre lile voi non aveste sottoposto l’esito tlcH’impresa alla diserzione d’un principe. Abbiamo, nel 4831, provalo all’Italia e all'Europa che una bandiera nazionale spiegala al vento in bologna si trascinava dietro colla rapidità dell’annunzio trasmesso tutto quante le popolazioni del centro della Penisola, senza che in una terra, solcata con lungo studio di corruttele sacerdotali e di masnadieri assordati, una sola voce s’alzasse iu favore dell’autorità minacciata del vecchio I’apa. E quando voi, saliti, per boutà inesperta de’giovani, al governo delfinsurrezione, la perdeste codardamente, dichiarando che nou si doveva nè si poteva combattere se non coll’armi straniere, noi raccogliemmo devoti nelle nostre congreghe il pensiero abbandonato iu Ancona , vincemmo, insistenti, lo sconforto che s’era insignorito degli animi, e lo riconvertimmo operosi in fremito di minaccia. Cosi, noi col morire e i nostri fratelli per lunga vita affannata di persecuzioni, delusioni e calunnie , pur devota a un’ unica e santa idea , conservammo ai giovani, suprema fra tutte Virtù, la costanza, facemmo caro ed onoralo il nome di Italia tra gli stranieri, traemmo dai moli locali, legando iu uno uomini di tutte parti del bel paese, l’aspirazione all’unità, il culto della Patria comune ; confortammo, di principi! inconcussi gl’istinti generosi che affaticavano le moltitudini, sollevando, noi primi, quella bandiera di pubblicità che rivendicate , predicando a tulli che dovessero essere ad un tempo cospiratori ed apostoli. Senza noi, senza le nostre agitazioni del 1843, senza il nostro martirio, voi non avreste avuto un Papa che intese, comunque per brevi giorni, unica speranza di vita riposata per lui essere oggimai il dare o promettere soddisfazione a’ bisogni dei sudditi. Senza noi, senza la contiuua nostra minaccia di peggio ai governi, 'oi non avreste oggi la libertà omiopatica che vi concede insultarci e die non è, voi lo sapete, se non concessione. Voi tacevate quando i nostri morivano. Sorgeste, come pianta parassitica all’albero della libertà^ Mill’opera nostra. La nostra lotta ha data dal 1814, dal giorno iu che l’Austria rimise piede su terra lombarda; e voi v’ordinaste a partito tre anni sono, quando appunto il nostro lavoro e i tentativi provocali da noi vi dimostrarono che 1’ opinione nazionale era in Italia giunta sino ad esser potenza, e v’illusero a credere che quella opinione potesse — voi direste salire, — io dirò scendere siuo al cuore d'un re. » IX. Queste cose e ben altre noi avremmo potuto rispondere agli accusatori imprudenti : noi potevamo provare eh’essi, uon tutti ma pressoché tutti, mentivano egualmente ai principi e ai popoli. Ma che importava noi della nostra e della loro meschina persona ? profondamente con-'inli che senza moralità politica noi» si rigenera un popolo» potevamo f(>rsc ingannarci nell’altra nostra credenza, che nè Papa nè re potesse I. vii. 32