393 Che tali fossero i sensi dei rappresentanti del popolo, m’induce a crederlo eziandio la circostanza che moltissimi di essi rappresentanti coprono cariche anche .cospicue nella Guardia civica, e siccome sono eglino in grado di conoscerne e testificarne le benemerenze , avrebbero sentito certamente il dovere di porle in luce quando fossero state da altri ubidiate o non convenientemente apprezzale. § 418. Tra i fatti degni di menzione accaduti nella difesa di Marghera, merita di esser annoverato il seguente. Il fanciullo Marmai Luigi tamburino della n compagnia degli artiglieri civici si esponeva del continuo al fuoco nemico per attingere acqua o provvedere altri oggetti ne-cessarii. Atterrato dalla esplosione di una bomba il Marmai, sebbene male si potesse reggere, continuò la pietosa opera di attingere e distribuire I acqua ardentissimamente bramata dagli spossati combattenti. Il generale in capo G. MARSICII Contrammiraglio. Il capo dello Stalo maggiore G. Fecondo colonnello. Estratto dell’ ordine del giorno 8 giugno 1849. | 432. Pietro Pomer di Antonio e di Angela Beltrame, Padovano d'anni 22, resosi colpevole d’infedeltà coll’aver venduto a proprio favore lo stützen con bajonetta, il sacco, la giberna, la cintura e la cornetta, effetti tutti di appartenenza della Guardia Civica, e che gli erano stati confidati per usarne in servizio come Civico bersagliere, venne con Sentenza 21 Aprile 1849 condannato da questa Pretura Urbana ad otto giorni di arresto. Il Tribunale d’onore convocato a termini del § 31 del Regolamento organico, ha dichiaralo esso Pomer indegno di appartenere alla Guardia Civica, ed ha pronunciata la di lui cassazione dai ruoli a termini del §13 lettera c del Regolamento medesimo. Locchè si pubblica a norma comune. Il Generale in Capo G. MARSICII Contrammiraglio. Il capo dello Stato maggiore G. Fecondo Colonnello. i3 Giugno. AL BUON POPOLO DI VENEZIA. Da qualche giorno tu non sei del solito umore. Tu, che hai saputo compiere lietamente ogni sorta di sacrifizii, che hai saputo tranquillamente resistere alle insidie ed alla rabbia dell’Austria per quattordici mesi, ora d’ogni voce che corre, benché assurda e ridicola, li adombri f> impaurisci, diffidi di tutto e di tutti, muovi lagnanze e tentenni. E