315 Una voce a destra: Bene; proponete! 11 sig. Ledru-Rollin: Questo pei fatti passati; ma per l’avvenire, la questione italiana è pendente; lascieremo noi spirare la repubblica romana? Siete voi alfine convinti, voi che avete voluto sì a lungo chiudere ¡¿■li occhi; siete voi alfine convinti, che la repubblica romana è vivace? siete convinti ch’ella non è altrimenti un ammasso di stranieri? siete convinti che coloro, i quali fecero retrocedere 7000 Francesi, debbono essere la popolazione tutta intera? siete convinti che quegli uomini c quelle donne, che aguzzano i loro coltelli, che tulle quelle classi, che combattono come un sol uomo, sono un vero popolo, come noi? Se ne siete convinti^ vi rimane un dovere da compiere; ciò è di fare all’Assemblea costituente romana un indirizzo, iti cui dirle: « Noi riconosciamo la repubblica; vogliamo la pace; la guerra è fatta mal grado nostro; siamo quindinnanzi fratelli e rimarginiamo le nostre ferite co-immi! » (Viva approvazione ed applausi sui banchi della sinistra.) Il sig. Odilon Rarrot, presidente del Consiglio: Cittadini, il momento c troppo grave, e gli atti, come le parole stesse, importano una troppo grande malleveria, perchè io non comprima fino a’sentimenti legittimi, die provo in questo momento. Quando si viene a proporre, dopo ciò eh’è successo, dopo lo sciagurato conflitto che si appiccò sotto le mura ili Roma, di risponderci riconoscendo il governo romano; io non discuto una tal conclusione: basta presentarla ad un’Assemblea come questa, perchè ne sia fatta all’istante giustizia. (Viva approvazione a destra — Uenissimo ! benissimo !) La questione sia posta schiettamente .... Voci a sinistra : Lo è. Il presidente del Consiglio: Ella non può certo esser posta in un semplice discorso, con una semplice parola; spero che una proposizione diretta, formale, sarà sottoposta all'Assemblea, e che l’Assemblea avrà a decidere con un voto solenne. Ed in vero, è assai facile, quando i parliti estremi furono tante e tante volte respinti, approfittare d’un rovescio, che altri aggrava in tutte le maniere e con una tale insistenza, che in verità; si rivela forte il sentimento che cova sotto questa discussione .... Si, eli’era in certo modo una buona fortuna politica .... (Violenta interruzione a sinistra.) Parecchi rappresentatiti: All’ordine! all’ordine! 11 sig. Giulio Favre: Domando di parlare. Il sig. Millard: Sig. presidente, domandiamo che sia chiamalo all’ordine il ministro. Ei c’insulta. Disdica le sue parole. Il sig. Deville: La è una villa! (Violenti mormorii.) Il sig. Stefano Arago: Un’infamia. (Viva agitazione. — Si odono le parole: Scellerato! Vile! — Il tumulto è al colmo.) Il sig. Flocon: Chieggo formalmente che il ministro sia richiamato nll’ordine. Molte voci: Si! sì! Il presidente del Consiglio: Si hanno strane nozioni del giusto e dell’ingiusto. Il diritto d’un uomo, a cui dall’alto di questa bigoncia si gel la in faccia l’accusa del delitto, di tradimento....