soltanto una retroguardia per coprire la sua ritirala. In questa supposizione S. A. I. l’arciduca Alberto si avanzò rapidamente colla sua divisione; lo seguì in qualche distanza la divisione del tenente-maresciallo conte Schalfgotschc. Ma, questa supposizione mostrossi erronea, e si riconobbe di aver da fare col nerbo principale del nemico, forte di circa 50,000 uomini. S’iinpegnò un combattimento accanito, it quale da parte nostra fu sostenuto con coraggio senza esempio, mentre il nemico attaccava con non minor energia, e sviluppava ognor nuove forze. Le truppe dell’arciduca, il quale trovavasi in persona su tutti ì punti minacciati, lecer» prodi gii di valore; e siccome l’arciduca non voleva retrocedere di uu palmo di terreno, così la nostra perdila da questo lato fu considerabile. Frattanto anche la divisione Schaffgotsche entrò nella linea di battaglia; però la forza del nemico era ancora troppo rilevante perchè questa truppa così debole avesse potuto resistervi per lungo tempo. Istruito dello stato delle cose, il feldmaresciallo fece tosto avanzare in marcia forzata il terzo corpo d’armata, che il genera e d’artiglieria d’Aspre aveva giri domandato per suo sostegno; ed inoltre il corpo di riserva, mentre contemporaneamente fu dato l’ordine al primo ed al quarto corpo d’armata di dirigersi verso i fianchi del nemico. Circa le ore quattro pomeridiane, arrivò sul campo di battaglia il terzo corpo d’armata, forte di 14 battaglioni; 7 battaglioni entrarono nella linea di battaglia, mentre gli altri 7 seguivano, quale riserva, il centro, dietro il quale trovavasi il corpo di riserva in sostegno. Alle ore 6 circa, giunse pure il quarto corpo d’ armata e si postò a cavallo della strada di Vercelli. Ora da tutti questi punti cominciò un attacco concentrico sul nemico^ il quale non poteva resistervi, e quindi incominciò a ritirarsi ovunque; respinto dalla sua linea naturale di ritirata, dovette gettarsi verso i monti ; durante la ritirata, Novara fu dalle proprie truppe saccheggiata ed incendiala in molti luoghi. Il re Carlo Alberto abdicò nella stessa notte in favore di suo figlio, il duca di Savoia. Di già erano prese le disposizioni per inseguire il nemico, quando arrivarono i parla mentarii e chiesero armistizio. 11 giorno dopo ebbe luogo un abboccamento fra il nuovo re ed il maresciallo, in conseguenza del quale l’armistizio fu realmente conchiuso. Le condizioni di esso saranno pubblicate a suo tempo. La perdi la da ambe le parti è grande; però quella del nemico molto più significante della nostra. Il campo di battaglia è coperto di morti, e migliaia di feriti riempiscono gli spedali di Novara. Fra i morti ed i feriti, trovansi d’ambe le armate parecchi generali di rango superiore. Ci asteniamo di citare i nomi di quelli che si coprirono di gloria in questa giornata, e compiremo questo dovere appena ci saranno noti i dettagli. Più migliaia di prigionieri, molti cannoni ed altro materiale di guerra, trovansi nelle nostre mani. Dall’ i. r. Governo della fortezza, Mantova 27 marzo 1849. Vi. r. Governatore della fortezza GORZKOWSKl, generale di cavalleria.