canali e da fossati, luoghi tutti, che non permettono all’inimico un regolare accampamento, nè l’esportazione dei pezzi d’assedio; per cui il torte di Brondolo, coperto di una quantità di cannoni, non può venire bombardato, o tutt’ al più non potrebbe che leggermente venire molestato. L’unico luogo in cui si direbbe forse potersi il nemico accampare, ([ucllo sarebbe fra Busiola e Ca-Lino; ma il terreno arenoso ed ineguale ili quel sito si oppone come gli altri tutti all’esportazioni anzidetle, c molto più alla costruzione di paralelle, senza le quali torna impossibile, come ognun sa, un vero e formale attacco. A tutte le accennale difficoltà derivanti dalla natura e topografica posizione dei luoghi, si aggiunge la terribile catena di forti, che lungo la sponda sinistra del Brenta furono eretti, cd ora maggiormente fortificali e muniti di una sterminata quantità di cannoni di ogni calibro, cd o\e si considerino lo zelo instancabile e i distinti talenti militari del bravo e valoroso nostro Generale nizzardi, nonché il coraggio dei prodi nostri militi, e non ultimo certamente l’ardore esperimentalo di quelle popolazioni, ognuno dovrà convenire, che la presa di Brondolo, e quindi della nostra città, da quel lato, è ben molto più difficile di quello, che a prima giunta e senza conoscenza dei luoghi può apparire, e che se Marghera costò immensi s9.-crifizii all'inimico, Brondolo sarebbe per costargliene di maggiori e senz? alcun effetto, ogni qualvolta volesse ostinarsi ad intraprenderne l’assedio. Iti Giugfio. LODE AL POPOLO DI VENEZIA SCRITTA DA UNO STRANIERO. La guerra dell’indipendenza italiana sarà un’epoca di gloriose memorie per il popolo di Venezia. Non v’ha nazione che vantar possa tanti tratti di eroismo^ quanti se ne può annoverare da questo popolo bersagliato da tante sventure, che seppe con eroica rassegnazione tollerare. La fama delle gesta di quest’epoca saranno di esempio alle popolazioni ventare che con occhio maraviglioso le mireranno come miracolo di sovrumana costanza. Non con stragi, non con sangue il popolo di Venezia seppe allontanare il suo oppressore : con inaudito coraggio si rese vincitore in una lotta che costò molle vittime a’suoi fratelli, nè della sua vittoria se ne abusò, e libero che divenne, affidò i suoi destini nelle mani di probi cittadini che alla soma degli affari attendessero, e pacifico ritornò alle consuete sue occupazioni, e come destriero che indomito nel campo di battaglia non v’ ha chi frenare lo possa, cessato il bollor della pugna, docile si rende ai voleri del suo palafreniere. L’eco di Viva la Repubblica di S. Marco li ridestò in modo straordinario le dolci memorie di quell’epoca fortunata e felice, ti rese come frenetico nel pensare alle gesta degli avi tuoi, e con ragione superbo ti chiamavi cittadino della Repubblica Veneta; ma non appena ti besst