Nell’epoca delU analisi profonde del linguaggio, delle ricerche dell« razzo umane e dei latti primitivi, nell’epoca delle storiche euciclopedic. degli studiì sul Cosmos, degli ardimenti ontologici e dei nuovi paventili Iciioiiicuì della natura, le altezze più superbe s’inchinavano a Roma____ alla Roma di Pio IV ! E sorgete, o popoli, si gridava con Isaia, c alzate il capo per vedere il sole che spunta a recarvi la luce c la libertàI La terra è involta di teuebre, le nazioni errano nella oscurità .... ma ecco che le genti camminano al nuovo splendore che è sorto! Chi mai sono costoro che volan come le nuvole e come colombe alle lor colombaje?.... A te vengono, o Roma, le navi del mare coi figli delle isole e delle nazioni più remote portanti l’oro e l’argento a tua gloria. A te vengono iimumerabili i cammelli e i dromedarii di Madian e d’Eplia, i greggi del Cedar, gli arieti del Nabaioth, le ricchezze e gl’ incensi dei popoli Saliti. A le viene il cedro, orgoglio del Libano, a te il bosso, l’abete e il pino ad abbellirti. Tu (osti derelitta ed odiata .... ma adesso adorano le orme de’ tuoi piedi quelli che ti accusavano .... e te chiamano l’invidia dei popoli, il gaudio delle generazioni, la città del Signore, la Monne del santo Isdraello! L'amore era immenso e fu creduto al banchetto dei popoli e dei re perche tu, o l’io IX, creatura per uoi divina, \i sedevi iu mezzo quale inspiralo profeta. Nessuno più di te ha dimostrato la Croce essere la gran sintesi universale, la sola rivelatrice delle leggi dell’umanità, ne protendere essa le braccia che ai tìgli d’uno stesso padre tutti eguali e Iralelli per ricondurli al padre. E noi ci siamo dunque ingannati se gridammo la Croce vuol popoli e padri e non oppressori? .... Oh! Pio IX, dopo che ti udimmo nella tua santa parola intimare che tutte le cose sieno quali Iddio le aveva create, proclamare i diritti dei popoli, e imporre ai monarchi di rispettarli; dopo le tue immense lusinghe e i tuoi tortissimi impulsi, c che il tuo nome era l’idolo della gioventù la piò generosa ed ingenua, la meraviglia dei saggi, lo stupore degli ¡ndiffo» renti, la condanna delle ingiustìzie, la benedizion d’ogni lìngua, la maturità dei tempi, ritmo e la ebbrezza d’ogni italiano; ci siamo dunque ingannati se gridammo la Croce vuol popoli e padri e non oppressori? — Pio IX, se fosti un sole, e perchè ora ci sembri una meteora?.... Oh! noi crediamo che il tuo cuore non sìa fatto per le inique corti, per le sette dei malvagi, e per quella empia politica che si regge sull’avvilimento e sulla prostrazione dei popoli; ma noi dobbiamo pur fremere, che i liglì d'uiia medesima terra giunti al tuo Po retrocedessero per satollarsi dei Iraterui massacri, disonorando una nazione che fu culla a un Vico, a un Pagano, a un Tommaso d’Aquino, e cupamente intristendo quei generosi che colle fatiche e i dolori rivendicarono l’onore della lor patria, e ne lavarono col proprio sangue la odiosa vergogna. Xoi dobbiamo pur fremere che nel tempo del progresso cristìauo sì alzi il ve*» siilo della distruzione sulle rovine di Messina!.... di quella Messina I* quale altre volte nel sommovimento delle sotterranee sue scosse vide pure intorno a sé muovere appassionate, errabonde le fiere, e senza canti e senza volo pel dolore gii uccelli! Oh! il uostro cuor gìlta sangue che sia perplessità, o aggiramenti,