426 li condizioni, avete voi la guerra? Dopo aver violato il principio della vostra propria Costituzione e del vostro proprio governo, non per difendere i popoli, ma per opprimerli; vale a dire, nelle condizioni più funeste. Ora voi dile: La guerra con l'Austria è formidabile; l’avele detto in una delle vostre ultime sessioni, e questo pensiero germoglia ne’ vostri cuori, poiché altrimenti non paventereste la guerra. Prima di tulto, v’ingannale: quando un governo come la Francia sa iar sentire il peso della sua volontà, ognun la rispetta. Se noi pensiamo ben bene prima di fare la guerra, credete forse che gli altri popoli non facciano come noi ? Credete che la memoria della gloria francese non abbia lascialo tracce? Credete che la potenza del nostro esercito, sì coraggioso, sì formidabile, non li preoccupi? insognerebbe lasciar da parte, in una discussione di tal gravila, uu pensiero che librasi sempre su questo ricinto: il pensiero della paura. (Rumori a destra; adesione a sinistra.) La guerra, voi dite, è a temersi, poiché quella, che incominciasse ora coll’Austria, sarebbe una guerra europea ; dielro l’Austria vediamo adunalo quel formidabile esercito russo, che, incontrastabilmente, entrerebbe in lizza con lei. Ecco la mia risposta : Voi sapele al pari di me che l’Austria non fu mai tanto debole e vacillante, quant’è al presente. Sapele al pari di me ch’ella soggiace a rovesci continui, che che altri dica, nell’Ungheria. Credete voi che non le diano pensiero quegli Ungheresi, sì valenti, che si avvicinano ogni di fino al centro de’ suoi siati, e sì presso alla sua capitale? Credete voi che quegli eserciti russi, rispinti dal prode Behm, non pensino ben bene prima di muovere in soccorso dell’Austria, come voi asserite? Or la questione è questa: mentre voi mostrale di temer l’Austria, la potenza dell’Austria è vacillante, e basterebbe parlare il linguaggio della ragione perch’ella il capisse senz’avere la guerra. Ma, alla fin fine, cittadini, non è egli ciò far getto del diritto di non so clic d’eterno, che fa colpo in tutti gli uomini? Quando direte all’Austria: Ecco qui un popolo, eli’è indipendente; non si tratta in questo momento soltanto del ducato di Toscana o degli siati Lombardo-Veneli, su’quali accampate pretensioni, ch’io non voglio ora esaminare, che riserbo; si tratta d’un diritto, d’un diritto chiaro come la luce, del diritto d’un popolo, che si è levato, ch’ebbe ricorso alla sua sovranità, che ha deciso sulla sua sorte, e in casa del quale voi, Austria, non potete intervenire; credete voi che l’Austria non rifletterà? Chi è forte della coscienza del diritto, del diritto eterno, di quella religione che, per così dire, sopravvive a tutte le religioni, che cadono, quegli è polente; e, in tal caso, non si dee temere la guerra, la forza materiale. Chi ha la ragione per sé, quegli può parlare il linguaggio della ragione e tentare di farlo prevalere. Ma voi ciò non tentate; voi dile, per lo contrario: I nostri soldati, sbarcati sulla terra italiana, volgeranno a sé le simpatie dei popoli, ed allora que’ popoli si darauno un governo, uu governo che non sarà forse il governo della repubblica, ma un governo che noi accetteremo, qualunque sia la sua forma.