140 Poesia di N. N., musica di Pietro Tonassi. INNO. Venezia! a’forti ostello., Speme d’Italia e vanto, In sì bel giorno un canto Si sciolga al tuo valor. Mite soffristi il giogo Per nobile fierezza, La disse debolezza, Lo stolto: era rancor; Che cupo poi tremendo Irruppe più feroce, Sì che la sola voce D un Figlio tuo bastò. E in faccia all’oppressore, Per cruccio suo mortale, Il nobile segnale D’Italia si spiegò. Salve, o Vessillo amato, Caldo sospir del forte, Noi Iibertade, o morte Tutti giuriam per te. « Schiavi, o fellon, ti fummo, « Ma schiavi ognor frementi » Ora che siam redenti » Dovrai caderci al piè. » Scosso dal tuo terrore Uomini e Dio disfidi : Ma invan sospiri i lidi Che giù bruttasti un dì. Trema: chè noi siam presti A disnidarti, o crudo ; La volontà ci è scudo D’un Dio che mai fallì. Madre, Figliuola e Sposa Del SIR del paradiso, Deh! non sia più diviso L’italo suol dal vii. Fa dell’Italia, o Madre , Una famiglia sola, E in Lei la prima stola Guardi di Dio l’ovil. Su, o Prodi, il senno al Tebro Difenda la bandiera, Sul campo in forte schiera, II braccio, il cor, la fè. Salve, o Vessillo amato, Caldo sospir del forte, Noi Iibertade, o morte Tutti giuriam per te. Inno di guerra, poesia di Carlo Pisani, musica del maestro Antonio De-Yal. Guerra ! — sui nostri martiri Piange l’Italia e langue: Su, abbeveriam nel sangue Di questa terra i fior. Guerra!—-Dall’Alpe all’ultimo Lembo dei nostri mari, Dei profanati altari Si terga il disonor. Su ! — dei polluti talami L’onte laviam coi brandi, Sui capi agli esecrandi L’ira di Dio tuonò. Su ! -— della serpe il sibilo Svegli il furor Lombardo. Su, ritempriamo il dardo Che 1’oppressor spuntò. Nostro è il vessil che libero L’ala al Leon difende, Nostro quel sol che splende Sopra i selvaggi acciar. Su ! — rinnoviamo i Vesperi Per la convulsa terra ; L’Alpì rispondan guerra, Si risollevi il mar.