391> quanto hanno sofferto e soffrono le altre classi de’cittadini, nonché lutti i popoli che vollero e vogliono conquistare veramente la propria libertà. Non per questo sii freddo ed inerte : il tuo silenzio, le tue sofferenze sarebbero altrimenti inutili o dannose. Sii anzi vigile ed attivo; accorri dove la patria ha bisogno di lavoro, dove si tratta di difenderla: ogni cittadino, in questi supremi momenti, dev’essere operaio e soldato. IN011 lasciar fare tutto agli altri; cosi non potrai essere .nè accusato, nè ingannato. Guai all’ozioso! Chi ora fa nulla per la patria, è più traditore di chi volesse consegnarla agli Austriaci. Iddio stesso nega aiutare gl' infingardi : dobbiamo aver fede in Dio ed in noi stessi. ALLA GUARDIA CIVICA. A voi, militi cittadini, cui è affidata la grande missione di tutelare 1" ordine pubblico e la pubblica tranquillità, per la quale vi siete resi e w rendete benemeriti al pari degli altri prodi difensori di Venezia, assediata da un nemico non meno formidabile qui dentro, che fuori, incombe ora il sacro dovere di raddoppiare la vostra vigilanza, la vostra attivila, il vostro zelo, per render vane le arti di chi tenta spargere nel popolo la sfiducia e la paura. Spetta a voi tener desto ne’cittadini quel sacro entusiasmo che c’infiammò tutti, quando cacciammo da questo suolo gli Austriaci, e abbiamo detto: per sempre!; spella a voi dissipare i malumori e le false voci, coutrooperando efficacemente a quell’abbattimento morale, che i nostri nemici cercano eccitare in noi, e dal quale soltanto sperano la loro vittoria; spelta a voi indagare e scoprire quanti sono gli einissarii dell’ Austria, che tanti sono i propagatori di notizie più o meno assurde e infondate, e i seminatori di diffidenze e paure, ed invocare sovr’essi la più pronta ed esemplare giustizia !... A quesl’opera di suprema difesa vi chiama ora la patria, voi che vestite le nobili insegne del soldato cittadino, il quale veglia alla tutela de’suoi sacri diritti e interessi! A quest’opera unitevi tulli, come nel marzo 1848, militi e graduati; e i men volonterosi od i timidi, conforti o strascini l’esempio dei più zelanti! Quante sono le milizie, che, animose e concordi, difendono questa forte cittadella d’Italia, si copersero tulle e si coprono tuttogiorno di gloria immortale, qualunque sia l’armi che trattino: chè una sola è l’arme di tutte, quella del coraggio e del patriottismo. Ma nel combattere gl’interni e nascosti nemici, nel render vane le loro infernali macchinazioni, e nel tenere acceso l’entusiasmo della intera popolazione, non si renderà men benemerita e gloriosa la Guardia civica, e la patria sarà a lei, non meno che alle altre milizie, debitrice della propria salvezza. FEDERICO WLTEN.