4 50 li Vessillo dunque che Venezia donò a Roma è affidalo alla vostra custodia, o insigne Magistrato, ed onorevolissimi Consiglieri. 10 vi offenderei, se dicessi che Voi in esso vedrete significate, oltre la fratellanza di due Popoli, anche le più immacolate speranze d’Italia .... di quella Italia che è l’amore supremo come di Roma, così di Venezia! « Dopo le quali il Senatore di Roma Signor Principe Corsini stringendo il Vessillo ha detto : » In questo giorno in cui riceve il Senato di Roma dalle Vostre mani, o Signori, il Vessillo che una delle più eroiche fra le Italiane Città invia in dono a questo Popolo, l’animo nostro si commove, si sublima cotanto, che la parola viene quasi meno al concetto. Ah sì! Chi potrebbe ridire abbastanza quali meriti con l’Italia abbia ormai acquistato la Regina delle Lagune 1 Quasi fossero piccolo vanto le gesta meravigliose, che di lei ricordano le Storie; l’avere vinto più volte i barbari, l’avere dominato i mari, l’avere recato il Sacro Vessillo della Croce nell’ultimo Oriente, l’avere salvato non pure l’Italia; ma pressoché l’Europa intiera dall’Ottomano servaggio: quasi io ripeto, fosse tutto ciò un picciolo vanto, ora è sorta Venezia, illustre già per tante eroiche azioni, a propugnare gli alti destini d’Italia, con un volere, con una forza, con una perseveranza che forma soggetto di giusta ammirazione nell’Europa intiera. E noi rappresentanti di un Popolo altrettanto generoso, ed aderente per l’italica indipendenza, che fino ad ora ha tenute congiunte le armi sue a quelle dei Veneziani per la difesa di un gran principio che sull’Adria si serba tuttora incontaminato, come già vivo e puro si manteneva il sacro fuoco nel Tempio di Vesta, contemplando ed ammirando lo Stemma della invitta Città di Venezia, rinnovelliamo il patto di fratellanza ed unione che ad essa ci stringe. Piantiamo con riverenza ed amore questa preziosa insegna fra le altre che da varie Città pur ci giunsero, per custodirla .gelosamente come il Palladio della nazione Italiana sopra la vetta del Campidoglio. E di qua la trarremo in quel giorno in cui assistiti dalla Divina provvidenza, o dal nostro valore ci condurremo ad ottenere il desiato intento. ' Allora questo glorioso segnale avrà il bene meritato diritto di precedere tutti gli altri, perchè Venezia fu quella, che nell’ora della sventura non disperò della comune salute, e chiusa in quei baluardi che la natura e l’arte le fecero, all’Italia preparò il gran riscatto ed a noi tutti Italiani quella indipendenza, che per giustissimo diritto ci appartiene, e che è la vera base e sostegno della futura nostra felicità. Viva adunque la coraggiosa, ed inclita Città di Venezia. « Vivi applausi ed il grido di VIVA VENEZIA hanno coronato questi discorsi : — L’atto è stalo rogato •— 11 Sacerdote Rambaldi ripreso il Vessillo in compagnia del Senatore di Roma e di tutta la Magistratura, dalla Loggia del Palazzo ha pronunziato il seguente discorso :