28 lato verso Olengo, e s’imbattè colà nel nemico, che s'era posto su quelle alture. L’inaspettata forza di esso rese incerto per alcune ore il combattimento, essendoché il secondo corpo non potè venire tosto aiutato da quelli che gli marciavano dietro. Cosi pure io aveva disposto il quarto corpo contro il fianco destro del nemico, e dietro a questo disposi il primo corpo, onde circondare perfettamente il nemico al di là dell’Agogna. Sua altezza imperiale l’arciduca Alberto, che comandava la divisione dell’avanguardia, sostenne quindi con eroismo per alcune ore dalla fronte gli attacchi del nemico, fino a tanto che il generale d’artiglieria barone d’Aspre, unitamente al comandante del terzo corpo, il lenente maresciallo barone Appel, ebbero disposto quest’ultimo corpo con risolutezza e in pari tempo con prudenza su ambe le ali della divisione arciduca Alberto; mentre io stesso ordinava il corpo di riserva dietro il centro di questa divisione. In seguito all’ insuperabile coraggio delle mie brave truppe, in seguito al loro valore incomparabile ed alla loro risolutezza, riusci anche di sostenere vittoriosamente la nostra fronte, fino a tanto che il quarto corpo, mediante la perspicace condotta del suo comandante, il tenente maresciallo conte Thurn, ebbe fatta la sua operazione al di là della Agogna contro il fianco destro del nemico con tanto vigore, che a questo nostro decisivo movimento il nemico si ritirò verso la sera in tulli i punii, in gran confusione, a guisa di fuga, trovandosi costretto di fare la sua ritirala in direzione affatto involontaria, settentrionale nelle montagne. Di questi combattimenti, non posso parlare che col cuore commosso e dall’ attaccamento che dimostrano pel servizio di S. M. e dal valore, che confina al più allo entusiasmo dei miei degni generali, dei bravi ufficiali e della soldatesca del mio valoroso esercito. Ognuno era un eroe. Per esser giusto io dovrei veramente nominarli tutti; imperocché, il concorde valore che si è dimostralo dall’ alto in giù è sommamente degno della giustizia della causa che sostenemmo pel nostro imperatore. Felicito S. M. per un simile esercito: — viribus unitis era la parola d’ordine di questa battaglia. I meriti del generale d’artiglieria barone d’Aspre, del tenentemare-sciallo Appel, del lenenlemaresciallo conte Thurn, i cui corpi combattevano nelle prime file della battaglia, sono degni del massimo encomio. Specialmente il generale d’artiglieria barone d’Aspre aggiunse ora dei nuovi allori a quelli, che s’era acquistato già prima. Subito dopo di lui, segue in merilo S. A. I. l’arciduca Alberto, questo illustre signore, il quale, per far la sua prova avarili l’inimico, domandò spontaneamente a S. M. il comando di una divisione quantunque fosse stato già prima comandante. Egli dimostrò in questa focosa giornata una costanza degna d’ammirazione, e non retrocedette un passo dalla sua arrischiatissima posizione. Non sarebbe che giustizia se si ornasse questo principe della casa coll’ordine di Maria Teresa. Cosi pure si distinsero specialmente : il sig. lenenlemaresciallo del secondo corpo, conte Schaffgotsch, il tenentemaresciallo Culoz, del quar-