18 Io intanto interpello it ministero se egli si sente d’impedire elio, fra otto o dieci giorni, Piemontesi e Tedeschi non combattano contro Piemontesi. /il uri: L’armistizio, di cui ci diede lettura il ministro, infrange la nostra libertà e ci copre di vergogna, ed è tale un alto che va respinto con tutta la forza ed energia del nostro potere, e come membri di un Parlamento italiano almeno non dobbiamo parteciparvi, e protestare energicamente contro di esso, che il solo silenzio ci darebbe l’inlamia. In nome adunque della nazione^ in nome di quel Cristo che ci ha redenti, protestiamo contro la schiavitù a cui ci vogliono trarre, e (orli delle nostre convinzioni, sfidiamo le orde che ci minacciano, e da lutti noi si faccia sacramento di segnare col ferro, col fuoco e col sangue dei nostri martiri i limiti che deggiono dividere la terra civile e libera dalla terra dei barbari. (Applausi.) /Vallarla: lo mi valgo della parola, non per ripetere in diverse frasi i generosi sentimenti espressi dagli oratori che mi hanno preceduto, e che tutti dividiamo, ma per richiamare in questi supremi momenti la Camera a seria ed energica risoluzione. — Il signor ministro dell’ interno diceva testé die prima di prendere una deliberazione dobbiamo attendere clic abbia luogo la seduta segreta, nella quale, dopo le spiegazioni che ci verranno date, potremo con cognizione di causa deliberare, lo invece osservo che noi non possiamo, nè abbiamo bisogno di attendere quelle spiegazioni per provvedere all’onore ed alla dignità della nazione. Dico che non possiamo, perchè abbiamo sentito dalla lettura fatta dal ministro di quel fatale documento, elle le turpi condizioni in quello contenute de-\ono avere, sotto la parola del re, la loro esecuzione fra quattro giorni. Quando fosse consumata l’obbrobriosa vendita della cittadella d’Alessandria, cosa resterebbe a noi qui a deliberare? (Bravo! bene!) Dice pure che non abbiamo bisogno di attendere quelle comunicazioni, giacché io voglio supporre, quanto più si possono., gravi le condizioni nostre, e metterci nella ipotesi più cattiva, che, cioè, tutta la valle del Po sia occupala dal nemico^ e che l’intiera parte dell’esercito nostro, che tenne il campo in questa indifendibile posizione, sia intieramente sciolta; e che perciò? Dovremmo noi iitrarci anche a prezzo dell’onore? mai 110. La vera posizione militare e forte del Piemonte, sta in Genova, coperta dalla cittadella di Alessandria; in essa sla l’estreuia fortuna d’Italia; questa posizione è ancora sgombra di nemici; ivi concentriamo le forze che ancora ci rimangono, ivi accorra ogni uomo che sente l’onore e che sa trattare un’arma, ed edotti dai molti nostri errori, si facciano le estreme prove; io per me, invece di segnare questo ontoso armistizio, vedrei meno dolente l’intiero nostro stato caduto in mano all’Austriaco. La civile Europa, che freddamente osserva e forse aiuta la rovina del popolo, che fu primo in civiltà, vegga l’Austria padrona d’Italia, minacciare la libertà dei vicini egoisti; e valga ciò almeno a scuoterli dal turpe letargo. (Bruno! bene! Vivi e prolungali applausi.) Pinelli. ministro: Sebbene non militare, rispondo al deputato Mellana, che, quando egli crede di fare la più cattiva delle ipotesi, non la fa ancora; si supponga inveci; che quel resto di armala che vi possa essere