]84 suoi cibi sono grossolani e d’ordinario malsani. L’estate rinunzia quasi all’uso del pane, per non vivere che di zucche, poponi e frutta fredde ed acquose ; tal epoca è pur anche costantemente quella delle più spaven» tevoli epidemie. Allora la pestilenza esercita le sue stragi sopra quei corpi esinaniti,da troppo abbondante traspirazione e che non sono reficiati da un nutrimento atto a rimettere la continua perdita. Questa asserzione fondata sull’esperienza può servire a dimostrare la causa del ritorno della febbre epidemica, la quale per erronee osservazioni vuoisi che eserciti continuamente le sue stragi nella capitale dell’Oriente. E qosa di fatto che in un anno di gran frutta, quando il pane sia caro, la cosa sarà funesta al popolo, se la temperatura umida e fredda si unisce a secondare lo svolgimento degli cf-