71 nobili, chiamando principe il Faliero. Un creato di ISicolò Leoni volle salvo il patrono ; lo avverti non si recasse un tal giorno a consiglio. Insospettito il Leoni, ne informa i dicci; la congiura è scoperta, il Faliero dannato nel capo come traditore della patria, spergiuro del sacramento della sua promissione. E furono dannati nel capo i complici, fra i quali parecchi nobili e molli popolari, e fra questi Filippo Calendario, sovrano architetto e scultore di que’tempi. Tolto un tale pericolo, i nobili videro per la sperienza propria la necessità di allargarsi nel potere col limitare l’autorità del doge, e allontanare il popolo per mantenere l’indipendenza dello Stalo. Che questo allontanamento fosse allo di giustizia, noi crediamo, ma crediamo che fosse suprema necessità per la salvezza comune. Nuove guerre cogli Ungheresi e co’ signori da Carrara, ebbero luogo sotto i ducati di Giovanni Gradenigo, di Giovanni Delfino, di Lorenzo Celsi, di Marco Cornaro. Francesco da Carrara fu vinto, e chiese pace. Sotto al ducato del Celsi, fu notabile una ribellione in Candia, che, repressa, ha dato luogo a feste e torneamenli magnificamente descritti da Francesco Petrarca, clic donò alla repubblica la sua biblioteca, mettendo in sicuro il frullo di studii lunghi e grave spendio. Il Celsi, quando fu creato doge, combatteva contro ai Genovesi, e fu creduto dagli elettori eh’ egli avesse sconfitto il nemico. Ebbe la corona ducale; ma da quind’ innanzi fu statuito non potessero gli elettori avere comunicazioni fuori del conclave. Il Celsi ebbe la corona ducale e 1’ adornò di una croce. Avea il padre vivente, e questi tenne, che la dignità del principe non dovesse sovrastare alla obbedienza del figliuolo, nè voleva scuoprirsi innanzi al capo dello Stato. Alla religione cedette, e si scuoprì innanzi alla croce. Sali il soglio ducale Andrea Contarmi. Si collocarono insieme tutti i nemici de’ Veneziani : i Genovesi, cioè, gli Ungheresi, il patriarca d’ Aquileja e i signori da Carrara. Fu la più crudele di tutte le guerre che avessero mai avuto ; contro sì numerosi e si poderosi nemici, Vittore Pisani, gran capitano, cittadino grandissimo, fu vinto a Pola ; i nemici si accostarono a Venezia ; giunsero