560 «s> DEBITO PUBBLICO. E comune opinione che il debito della repubblica veneta al suo cadere ammontasse a 44,000,000 di ducati. Noi ci limiteremo a tesserne brevemente la storia. Nella seconda metà del secolo XII, rottasi la pace coll’imperatore Emmanuello, si allestirono 120 legni capitaneggiali dal doge Vital Michele II. Le ordinarie rendite dello Stato non bastavano all’ uopo ; si venne ad un mezzo straordinario, e si forzarono i cittadini a sovvenire lo Stalo con un imprestilo, costituito dall’ uno per cento del loro patrimonio, obbligandosi dal proprio lato il governo a corrispondere l’interesse nella misura del 4 per cento. Ad alcuni cittadini venne allora demandato l’ufficio d’indagare lo stato economico delle famiglie, e fu in tale occasione, secondo i cronisti, che la città venne divisa in sestieri. Poi s’ instituí la cosi delta camera degli imprestiti, composta di Ire individui incaricati della scos-sione dei capitali e del pagamento degli interessi. Tale fu l’origine del monte vecchio, il quale ci presenta il debito primitivo della repubblica. Nel secolo XIV sorsero nuovi bisogni per le guerre coi Genovesi, cogli Scaligeri, coi Carraresi, coi Visconti ; e lo Stalo, ricorrendo al sistema dell’imprestanze forzate, obbligò i cittadini a dare la ventesima parte delle loro sostanze, ottenendone il 5 per cento di frutto. E sia che fin d’allora il governo comprendesse essere di somma utilità il legare la sorte dei privati a quella dello Stato, sia che avesse divisamente d’impedire l’uscita del numerario, fu stabilito il principio di non ammettere gli stranieri a concorrere nella imprestanza; che se un cittadino avesse cedulo a qualche straniero la propria azione, restringevasi 1’ interesse sulla quota ceduta, nè pagavasi che il 2 per cento. Questo secondo imprestilo si chiamò monte nuovo, e di esso talmente si mostrò geloso lo Stato, da minacciare con apposita legge la confisca dei beni e la perdita della nobiltà a chi avesse proposto di spendere in altri usi le rendite