«se» 105 «*> ancora vivente, dedicava la patria, ed ora per cura di una sua nobile discendente è messo in serbo nelle pareti domestiche di lui. Di questo uomo parlammo più a lungo che noi concedesse l’indole della presente scrittura, perchè pronunciando il suo nome abbiamo dato il vale aetemum alla gloria veneziana. Delle sue imprese diremo succintamente. Sebbene avesse perduta Candia fu eletto capitan generale. Nel 1684 tolse, in tre anni, ai Turchi l’isola di santa Maura, poi Pre-vesa, poi Corone e tutto il Peloponneso. Si accusa il Morosini che, spintosi ad assalire Alene, la quale poi prese, non abbia rispettato il Partenone, da chi non conosce clic cosa sia l’impeto guerriero, l’odio nazionale, la vendetta che trionfa. Eletto doge nel mentre capitanava l’armata, fu confermato nell’ uffizio, tentò di sorprendere 1’ isola di Negroponle, ma l’impresa fallì. Conquistata Malvasia, si ritrasse in Venezia per curare la salute logora dalle fatiche. Domenico Mocenigo gli succedette nel comando ; poteva racquistare la fortezza di Canea nell’ isola di Candia; noi seppe, e fu deposto. Vecchio di seUantacinque anni, il Morosini tornò al supremo comando, e morì prima di sguainare la spada. Giace in Santo Stefano di Venezia. Di lui non v’ è la statua, sebbene in quella stessa chiesa vi sia la statua dello Alviano, il quale perdette la battaglia in Chiara d’Adda. La sepoltura del Morosini è intarsiata di bronzo, c più che ogni statua vale la scritta che vi sta attorno : francisci mavro- CENI PELOPONNESIACI VENETIARVM PRINCIPIS OSSA. Dopo la sua morte, si combattè con varia fortuna. La guerra durò fino a che i Veneziani furono abbandonati dagli alleali loro, che volevano pace per assalire Luigi XIV e domare la sua potenza soverchiante. La pace ebbe luogo a Carlowitz. Rimasero alla repubblica le isole di santa Maura e di Egina, il Peloponneso, alcune terre in Albania e Croazia ; non però tutte le conquiste del Morosini.