CAPITOLO V. EPOCA III. -DAI PRIMI ACQUISTI NELLA DALMAZIA ALLA PIUMA CROCIATA. (Dall’mino di C. 997 al 1099.) Prima socio, poi successore a Pietro Orseolo, fu Ottone suo figlio secondogenito. Fu uomo giusto, e le decime che gli si pagavano per le spese dello Stato regolò ; costrinse il vescovo di Adria ad umiliarsi ; vinse anch’ egli gli Slavi, ed accrebbe la repubblica con la Croazia. Però per un moto popolare fu costretto a fuggire co’ suoi fratelli che avevano le principali dignità ecclesiastiche. 11 patriarca di Aquileia mosse a danni dei Veneziani, profittando delle confusioni intestine. Il doge, richiamato dall’ esilio, lo doma. Pure Ottone una seconda volta viene scaccialo per una congiura ordita da Domenico Flabanigo, raso il mento, messo a confine in Costantinopoli. Gli storici la causa di questo duplice esilio di un principe buono e prode riferiscono alla instabilità del popolo, e contro all’ ingratitudine verso di lui, verso la memoria del padre e ai benefizii che da entrambi ricevette lo Stato si scagliano in invettive. I Veneziani erano mercatanti, che visitavano tutto il mondo, e sperti nei negozii, erano osservatori diligenti della condizione civile degli altri popoli per trarne aumento d’interessi, e dopo Pietro Orseolo il Grande furono anche conquistatori. Videro radicarsi in Europa quella peste del feudalismo militare trasmesso in eredità, e trepidarono che la potenza degli Orseoli, i legami di parentela co’ Cesari d’ Oriente ed il re d’ Ungheria Geiza, i legami d’ amicizia cogli