k basterebbe a dimostrarlo 1’ essersi trovati in esse isole ruderi di antichi monumenti, are, sepolcri, urne cinerarie, medaglie, monete, e il trovarsene ancora al presente. Vuole ragione, e vuole la storia, clic le isole delle lagune, anzi le diverse parti delle lagune, fossero di spettanza dei territorii delle città più prossime, Aquileja, Aitino, Padova, ricche e piene di traffici, alle quali servivano di porto. Vennero i barbari, e qual governo abbiano fatto del nostro paese tutti sanno. Avevano armi potenti, non trovarono che debolissime resistenze in un governo già invecchiato, diviso, tardo nello operare, non suffragato dalla fiducia e dall’ amore dei popoli. La Venezia, alle porte d’Italia, si fu la prima invasa dai settentrionali, e dice la storia, convalida la tradizione, la ragione persuade, che i cittadini delle città ricche, Aquileja, Aitino, Padova, Oderzo, si rifugiassero dov’ era sicurezza e i barbari non potevano giungere, perchè non avevano modo di superare un ostacolo ad essi ignoto, le acque del mare. Le invasioni barbariche si succedettero 1’ una all’ allra : alcuni tra’ barbari stanziaronsi nel nostro paese, ma non lungamente, nè ebbero mai stabilità di dominio. Passata la piena del torrente, gli ordini civili in qualche modo ricomponevansi, e allora facilmente i rifugiati tornavano alle case loro. Nuovi pericoli succedevano di nuove incursioni, e ricorrevasi al solito scampo. Venne il Flagello di Dio, distrusse Aquileja, e le altre città o distrusse, o impoverì. Allora molti, che restarono senza tetto, posero stanza nelle isole, e 1’ aristocrazia militare dei Longobardi, radicatasi da lungo tempo in Italia, li persuase a non dipartirsi piìi dalle lagune. La storia ecclesiastica ajuta qui la storia civile. Dalla storia ecclesiastica si scorge, che i vescovi delle città finitime si recarono nelle lagune, portandovi i riti della religione, gli arredi preziosi, e fondandovi sedi vescovili, due delle quali ancora sussistono, Venezia e Chioggia. Ciò dimostra (e la traslazione in ispecie del patriarcato aquilejense nell’isola di Grado) quello che abbiamo asserito, cioè, che dopo la distruzione di Aquileja per Attila, poi dopo il rassodamento del regno longobardico, i rifugiati ebbero ferma dimora nelle lagune.