115 era vivo; ma piangono esse veramente, e la scena che rappresentano è sì strana, ch’io voglio qui descriverla tal quale 1’ ho veduta. Le prefiche attorniando la bara cominciano a mormorare sordamente, a singhiozzare, e le grida succedono a quel fremito; sono queste da principio moderate e piene, come sé volessero renderle più durevoli ; ma vanno inalzando gradatamente la voce, s’animano, s’elettrizzano per mezzo d’una specie di contratto. Non tardano poi a battersi a ripetuti colpi il petto, s’insanguinano la faccia squarciandola coll’ugne , si strappano i capelli si voltolano come maniache , e profondono in lagrime. Un sordo e lugubre canto interrompe il patetico spettacolo: una di esse con voce rauca e gemente va salmeggiando dei nomi confusi di santi, di protettori; e poi tace come se cadesse