<3» 83 erano ammaestramenti. Venne accusato di tradita fede ; I’ accusa fu esaminala dal consiglio dei dieci con notabile aggiunta ; più che trenta giudici. Si trovò dover inquisire ; si adoperava 1’ astuzia, perchè, insospettito, non fuggisse; sostenuto, fu esaminato da un collegio di giudici. Fu condannato, non con unanimi suffragi, ma dalla maggioranza; la sentenza non venne eseguita nella oscurità e nel silenzio delle carceri, ma solennemente nella piazza pubblica, al cospetto della città e del mondo. Ciò consta dal suo processo pubblicato dal cavaliere Luigi Cibrario. Mancano nel processo i costituti del prigioniero. Noi non vogliamo mai in questa scrittura assumere le parli di apologisti. Narriamo succintamente ; ma narrando osserviamo, in questo caso, che il giudizio non fu [»rema-turo ; e fu regolare ; e piìi di tutto, la sentenza fu pubblicamente eseguita. Che le legislazioni dei popoli possano essere censurate, nessuno è che voglia dubitare; nella censura però la condizione della civiltà non deve essere dimenticata. 1 tempi del Carmagnola, che tempi fossero, ognun sa che conosca la storia d’Italia ; nè ci sembra giustizia volere, che i Veneziani fossero tanto maggiori del secolo, da non usare astuzia perchè il tenuto colpevole non fuggisse dal castigo. Che il processo sia stato regolare, lo provano gli alti che, come poe’ anzi dicevamo, il Cibrario pubblicava, e sui quali, unicamente perchè pubblicati, parliamo. Egli, per accusare i Veneziani (le non sono accuse semplici, ma esposte con tutta l'ira possibile ad uno scrittore), per dimostrarne la iniquità, reca due atti che mostrano una offerta di avvelenare il duca di Milano, fatta a <[ue’tempi e accettata, sebbene non messa in opera. Ma se i Veneziani erano iniqui, se avevano paura del Carmagnola, e perchè 11011 ¡spacciarlo col veleno od il pugnale del sicario ? L’hanno invece processato ; fu giudicato da un consesso numeroso ; fu giustizialo alla chiara luce del di, in mezzo alle colonne di San Marco. Confessiamo che la nostra logica non può persuaderci, che i Veneziani fossero cotanto sciocchi da sfidare il giudizio del mondo contro ragione e giustizia. Se erano iniqui, avevano il modo di liberarsi del temuto capitano, senza che sul fatto atroce potesse