.. ?5 Apollo re delle Menadi , divinità dell’Eurota , valli care alle Muse ed animate dai cori celesti , quali barbari canti affliggono al presente l’eco de’ vostri monti ? Non risponde esso che al suono d’una musica selvaggia composta di rauchi stromenti , le cui grosse casse unite ai cembali non possono soffocarne la discordanza e l’importunità. Eppure l’oreechie di un Turco , più depravate certamente che quelle del satiro Marsia, troppo crudelmente punito del suo cattivo gusto per la lira , si compiacciono e godono di quello schiamazzo ! Onde distrarsi dalla malinconia, o piuttosto a fine di dar saggio de’ loro talenti, i paggi o igolani del visir vollero trattarci con un concerto alla foggia loro. La dolcezza di qualche cantilena , i gesti loro , una certa tristezza eccitata dai tum-belecchi , dal flauto dei dervis, dal