p* a5 alle foci del picciol fiume Peneo. Colà passammo la giornata a motivo della sopravvenuta bonaccia. I barbareschi ne profittarono per accomodare le vele , per contendersi le nostre spoglie, ed abbruciare qualche manoscritto che io aveva meco. E noi , dal canto nostro , andavamo cercando fra la sabbia che serviva di zavorra al bastimento qualche pezzo di biscotto caduto, mentre non ce n’era più nè pe’ Turchi , nè per noi. Cento libbre circa di riso ed un carratello d’acquavite formavano tutte le nostre provvigioni.