— 59 — F.a cellula primitiva della società albanese è la famiglia; la quale è generalmente assai numerosi! perché i figli maschi rimangono per lo più. dopo ammogliati, nella casa paterna; e morto il vecchio capo famiglia gli succede nella patria potestà il più anziano tra i fratelli. Ciò che del resto si verifica pure nelle nostre famiglie rurali in tante parti d’Italia per tradizione patriarcale. Nel matrimonio vige la monogamia assoluta, qualunque sui la religione professata ; la donna sostituisce i maschi nei lavori più gravosi, poiché la vita degli uomini è spesso minacciata dalle feroci rivalità private e dalle vendette; perciò le donne invecchiano presto, sia perché vanno a nozze assai precocemente, e sia per le fatiche a cui si trovano sottoposte. Del resto il marito ha pagato al padre della sposa la capacità lavorativa della donna, e gode a sua volta dei benefizi che possono derivargli dal nuovo parentado; ciò che non avviene pei matrimoni fra gente di tribù diverse. I.a vita coniugale trascorre nella massima rigidità di costumi, e l’adulterio è punito con la morte; cosi pure la vita famigliare si basa sul patriarcato, con l’assoluta obbedienza dei figli — sia pure maggiorenni — verso il padre, o lo zio. A grandi linee si può stabilire che nella parte settentrionale dell’Albania prevale il regime della « tribù » mentre nella meridionale domina il « clan ■»; nella parte sud-est del paese, confinante con l’Epiro, si notano invece tracce d’una organizzazione superiore. La tu ini: (o stirpe) corrisponde ad una piccola regione naturale, ad un cantone chiuso, segregato, le cui famiglie componenti vantano una comune origine. Tale ordinamento sopravvive solo, come si è detto, nella parte interna dell'Albania settentrionale. Secondo il censimento austriaco del 1922 si contavano 65 tribù, con 160000 abitanti, comprese quelle più notevoli e numerose dei Malfa (con *3*24 mila abitanti), e dei Mirditi (con 17000 ab. circa).* 9. Cfr. R. Ai.mm~.iA (Ofi. di.), e G Bobich (Op. ci!.).