10. Dal dominio turco alla guerra mondiale. ‘l'ornando agli Albanesi rimasti in Albania, ho dello dianzi che — morto Scanderbeg e disciolta la Lega — le tribù fedeli al Cristianesimo guardavano ancora a Venezia quale antica protettrice e insigne erede della potenza e della giustizia di Roma. Sempre anelanti a liberarsi dal gi<*go ottomano essi offrirono più lardi, in una delle tante insurrezioni |xt la loro libertà, il governo del paese al Duca Carlo Emanuele di Savoia, e successivamente al Dura di Parma Ranuccio Farnese, poi ancora a vari Pontefici. Nessuno di questi era in grado di aiutarli nelle loro aspirazioni ! Sia il gesto significa che essi consideravano l’Italia quale madre e salvatrice. Come ben rileva il Bobici», la più meritevole opera di civiltà in Albania fu compiuta dalle Missioni francescane.* Per comprendere il valore della loro opera plurisecolare bisogna aver presente le «indizioni in cui venne a trovarsi quella misera gente sotto il dominio ottomano : il territorio nuovamente frazionato, incoraggiali sfacciatamente dal Governo di Costantinopoli lutti i favoritismi e i privilegi feudali, aizzate le lotte fratricide tra le varie tribù, per meglio dominare iti opprimere la popolazione. « L'Albania centrale, — osserva l’Autore — essendo di più facile dominio era passala all'IsIam per inerzia e stanchezza; quella meridionale sotto l'influenza del clero greco, che non tardò a rendersi padrone della situazione spirituale nei Balcani. Restava l'impervia regione del nord; e qui se si sono mantenute intatte le magnifiche qualità dell'antica razza illirica, il mr- 9. Cfr. G. BobjcH : Of. al.