200 varietà degli aneddoti è tanta, che esso non può , che riuscire grato a’ Lettori. SERENISSIMO PRINCIPE . Se l’estrema disgrazia dell’adornissima Patria lacera il cuore de’Cittadini, quanto maggiórmente ne risentiamo noi sventuratissimi apportatori: e pure dobbiamo esercitar quest’Uffizio con quella ingenuità , che é dovuta alla Patria innocente, la quale alrrettanto giusta saprà dividere il commovente senso della cosa dal compassionevole della nostra amarissima situazione. Atterriti dalle voci del partaggio de’ Pubblici Stati tra la Casa d’Austria, e la Cispadana, intese generalmente da Pontieba a Clagenfurt , oppressi dalle altre di vendetta sentite dovunque da’ Soldati, ed Uffiziali Francesi per li pretesi assissin; de’lor Compagni in Ve-Aprilc nezia, e Terraferma, sostenuta a Leo-*797• ben su questo punto vivissima digladia-zione con quel Comandante, e varj vivaci Uffiziali, massime per la pretesa insurrezione al Ponte dei Greci contra un dì loro la Domenica delle Palme , avvenimento a noi icnoto , schermitici in quella ¡stessa Città dalle insidie di due Esploratori , che sotto mentita premura per noi si studiavano scoprir terreno, abbiamo superato ogni dubbio sul nostro innovamento , ed abbiamo roseguito il cammino. Nasceva il dub- io dalle voci del predetto partaggio , che avesse potuto render inutile , e compromittente la nostra comparsa al Quartier Generale, dall'esserci avvalorato tale sospetto, quando seppimo in-noltrato da Buonaparte a Venezia un Corriere per richiamar Haller Tesoriere Francese, e finalmente dall’ossequiate Ducali 18 corrente, che nel recarci a notizia l’insorgenza di Verona, niente ci comanda , se non che desumessimo norma alle nostre direzioni . Ci abbiamo rifiutato a qualunque costo al rimorso di non aver dal canto nostro contribuito quanto potevamo al gravissimo affare, e ci siamo ridotti a Gratz, dove il dì prima si era trasfe- rito il Buonaparte col Quartier Generale, luogo a una sola Posta distante dal quale, cioè, al Bruch, é il posto del maggior innoltramento delle Armate Francesi in Germania , dodici Poste da Vienna. Fatta tener col mezzo del Berthier al Buonaparte una Lettera di suo Fratello, innoltrataci dal benemerito Luogotenente d’Udine, nella quale rende-vagli conto della tranquillità delle cose a quella parte con pieno contentamento delle Armate Francesi, ci recamo la mattina de'ij, all’ora appuntata dal- lo stesso Berthier, dal Buonaparte predetto , uomo veramente originale , ma forse non più che per vivacità d’imaginazione , robustezza invincibile di sentimento, ed agilità nel ravvisarlo esternamente . Ci accolse sulle prime con modi cortesi, e ci lasciò dire, prodottegli le Credenziali , che eravamo incaricati di fargli sentire le asseveranze maggiori dell’amicizia della Repubblica Veneta verso della Francese, comprovata cospicuamente, e prima, cdopo l’ingresso delle Truppe Francesi in Italia per rischiarar tutti gli equivoci , che potessero averne fatto mai dubitare l’animo retto di esso lui, per ¡stabilir de’concerti tali , per i quali mai più non potessero risorger simili dubbi in avvenire, e finalmente per prender misure, con le quali combinar la soddisfazione de’ desideri spiegati da lui nella sua Lettera al Senato colla necessaria preservazione dello Stato de’ Sudditi. Abbiamo piantata la trattazione su due principi, ne’quali l’abbiamo chiamato a convenire . Il primo, che le due Repubbliche né vollero, nè é verisimile , che vogliano farsi la guerra , comprovato quanto alla Francese dall’ uniformità de'sentimenti espressi nelle tante Carte del Direttorio, di lui Generale, e de’Comandanti, dal non a-vcr cesso in passato il suo riguardo verso dei chiari diritti della Repubblica Veneta al sentimento della su3 forza, e meno potrà temersene in avvenire dopo tanti servisi riportati dalle sue Truppe nei Veneti Stati senza ve-