iSo o stipendio . Entrato «gli nell’ uffizio, si prestò ad esaminare lo stato di difesa, in cui si ritrovava la Dominante, alia di lui custodia affidata. Riconobbe , che l’esterno dell’Estuario era presidiato da 800. Cannoni, e con adattati Legni al Num. di 205 , attrezzi occorrenti, e servizio Militare, e Marittimo, che Malamocco, Chioggia, Bron-dolo, i Littarali tutti, non che i Castelli, e le Isole di S. Andrea della Certosa, S. Secondo, e S. Giorgio in Alga erano ben forniti d’Artiglieria, e difesi. All’incontro esaminando la Dominante la ritrovò disarmata, e senza Artiglierie, che la difendessero. S’applicò perciò Egli a piantare delle nuove Batterie al Bersaglio di S. Bonaventura , alla Punta di S. Marta, punti i più esposti all’attacco, disegnandone delle altre agli Angioli a Muran, Motta di S. Antonio, cd altre località di più facile approssimazione dell’inimico in caso di assedio. Non trascurò nemmeno l’interno Presidio Militare della Città, e ritrovato avendolo composto di 3.00 Individui, tanto si adoperò, che gli riuscì di portarlo al Numero, benché scarso, di 1700 Soldati: Qual infelice esito avessero tanre cure, e provvidenze lo vedremo In appresso. Abbiamo veduto nel Dispaccio 14 Aprile de’Provveditori Estraor-dinarj a Verona , che giunta era ad essi la notizia della vicinanza della Divisione del General Viaor: ciò che lì faceva perder affatto la lusinga d’onorevole accomodamento. Di fatto la Vanguardia della medesima giunse in Padova nel giorno 23, c nel seguente 24 l’in- tiera Divisione: ecco il ragguàglio, che il zelante Rappresentante di quella Città N. H. Labia n’ avanzò al Senato. SERENISSIMO PRINCIPE. (jlunta la Divisione Francese questa mattina, furono date le disposizioni a norma èi quanto ho rassegnato jersera a V. Serenità, giacchi non fa possibile alterarla. Preparate al sito destinato prontamente le sussistenze , avute le possibili cure riguardo agli Uffi-ziali, esposto il Proclama, già rassegnato , e tentate tutte le vie per tenere il Popolo in tranquillità, regna sin ora una quiete singolare, e per la Città non sembra nemmeno, che siavi una così incomoda Divisione. Relativamente alle ossequiate Ducali, giuntemi la scorsa nott«, mi sono procurato sollecitamente una intervista col General Viilor, onde servire alla onorevole , ma pesante commissione rapporto alti punti in essa spiegati , cioè intorno la Lettera in non usate forme pervenuta al’ Senato sul lagno degli assassini commessi per parte de’ sudditi, e sull’armo delle Popolazioni. Introdotto nel Dialogo dietro le fortunate disposizioni della giornata sul contentamento in ogni rapporto, da esso manifestatomi, mi sono avanzato nel discorso sopra le cose enunziate con quell’avvertenza, e desterità , che la delicatezza degli argomenti, le conosciute preventive di lui disposizioni sopra Verona, e la piena assicurazione della Pace firmata ai 19 del corrente mi potevano offrire : ma dopo due ore di lunghissimo Dialogo non ritrassi , che l’amarezza di fortissime querele verso la Repubblica. Mi disse dunque, che Egli non conoscitore dei metodi Diplomatici aveva scritta quella Lettera al Senato condotto dallo sdegno di tanti assassini, che succedevano, dall’ arresto de’Corrieri, dal massacro accaduto a Verona, dalla Massa de’Po-poli armati senza direzione, che diventavano aggressori alia strada, lo che toglieva la sicurezza agli Uffizian, che