convenienti per un’equa loro retribuzione, dovendo in tanto prendere tutte le possibili cure per li necessari soccorsi, e governo dei feriti, e per la più esatta custodia del Legno, ed Equipaggio Corsaro. Esigendosi poi dall’avvenuto la più esatta, ed assidua vigilanza in cadauno de' Poni , anche per il possibile tentativo, che fosse per replicarsi con maggior numero di Legni armati , il Senato raccomanda il Patrio zelo del prelodato Pfovveditor alle Lagune e Lidi , e Luogotenente Estraordinario di assicurarsi in tutti i modi li più certi, che sia egualmente represso in qualunque momento tanto in detto Porto, che in tutti gli altri. Andrea Alberti Seg. Dalla massa degli affari interni passò il Senato in detto giorno a rescrivere agli Ambasciatori, e Ve-neti Residenti alle Corti : spedin-do ai medesimi la continuazione degli amari avvenimenti, che accadevano a cagione dell’ enorme perfidia Francese , non ostante li tanti sagrifìzj in loro favore fatti dalla Repubblica , e da’sudditi. Noi inseriremo qui l’intiero Documen. to, come esige l’integrità della nostra Raccolta. 1797. ai Aprile in Pregai*. Atti Amba sciatori. "Nobili, e K etidimi alle Corti. In continuazione de' riscontri trasmessivi con antecedenti Ducali, vi facciamo tenere nell’unito Specitt FaSi 1' ingrata serie dei progressivi avvenimenti, che ebbero luogo nei Pubblici Stati della Terra ferma, e recentemente anco in questo Porto del Lido, e che giustamente addolorano gli animi nostri . Servirà perà il medesimo di opportuno lume vostro nel caso, ve ne venisse promosso discorso per rischiarare gli equivoci, che potessero sorgere intorno gli argomenti in esso m contenuti , e per comprovare sempre più l'ingenuità delle nostre direzioni. Andrea Alberti Seg. 1797. ai Aprile in Pregaci. Species FaRì. Non soddisfatto I’ Uffiziale Junoc della Lettera, che il Senato aveva diretta al General Buonaparte, calcolandola come evasiva , minacciò di far affiggere i Manifesti dell'intimazione di Guerra per la Città, se la destrezza del Procurator Pesaro non l'avesse condotto a qualche tranquillità. In tanto avuta una conferenza col Ministro dì Francia il Conferente dovette sostenere una viva alterazione, mettendosi in campo per parte del Ministro molte infantate lagnanze, e resistenza per parte del Pesaro con le ragioni, dedotte dalla purità delle Pubbliche intenzioni . Accusava egli la Nazione Veneta come Nemica della Francese, che non poteva più soffrire l’eccesso, al quale sì spingeva il Popolo Veneziano contro gl'individui ai sua Nazione, e che quando non fosse stato represso con robusto Proclama ; egli se ne partiva da Venezia dentro due ore. Aggiunse innoltre , che essendo stato occupato dagli Austriaci Trieste ignari dell’Armistizio, avessero alcuni Veneti Bastimenti caricati de’ generi Francesi rifiutato di sortire dal Porto, e che in cotuepncnza fossero caduti nelle mani del loro Nemico. Trieste fu però novamente occupato dalli Francesi, stante il convenuto Armistizio. Disse, che aveva avuto ordine dal General Buonaparte di far entrar un le- I’no armato in guerra nel Porto di Ma-amocco, tenendosi però alla foce. Promise di scrivere al General Baraguey d’Hilliers, e Vi&or , perchc1 volesse sospendere qualunque atto ostile contro degli Stati Veneti. L’ Ufficiale però, che non era ancora partito, ristrinse le sue pretese per allora, che gli fossero sfati consegnati dentro la giornata li Polachi esistenti in Venezia, quanto quelli, che arrivassero, fermati nel. fatto di Salò, e tutti gli altri Individui , addetti al servizio dell' Armata Francese, e quattro, o sei tra su4- /